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”Nell’Ue vince la linea Draghi”. La bufala della stampa italiana

Altro che via libera dell’Europa al green pass all’italiana. E Macron affossa la scelta del premier

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“Draghi convince la Ue” (Il Messaggero). “Passa la linea dell’Italia” (Repubblica). “La Ue: sì al green pass all’italiana” (La Stampa). I giornali oggi erano tutto un profluvio di elogi per la sagacia e l’autorevolezza del premier Mario Draghi, che avrebbe persuaso Bruxelles ad abbracciare la linea dura italiana, inclusa l’introduzione (decisa dopo che una strada simile era stata intrapresa dal Portogallo) dei tamponi per i viaggiatori che arrivano dai Paesi Ue. Una misura che, in effetti, sancisce definitivamente la morte del green pass europeo, che doveva servire proprio per facilitare gli spostamenti tra gli Stati membri.

Ora, l’Europa ha sì ribadito che ogni singola nazione può decidere, a livello interno, di impiegare il lasciapassare Covid come crede – anche se ciò viola la prescrizione del famoso Regolamento comunitario, che vieta le discriminazioni di chi sceglie di non vaccinarsi. Tuttavia, il Consiglio Ue di ieri non ha affatto sposato la linea di Draghi. Anzi.

A notarlo è stata la giurista Vitalba Azzollini, che su Twitter ha riportato i documenti ufficiali venuti fuori dal vertice dei capi di governo. Ebbene, a parte ricordare che “bisogna decidere tutti assieme” e ammettere che la Commissione dovrà “rafforzare il green pass per adattarlo alla campagna vaccinale del richiamo” (tra un po’ i vaccinati con sole due dosi saranno come dei no vax…), quelle carte specificano anche che “i viaggiatori completamente vaccinati e quelli che siano guariti dal Covid entro 6 mesi prima del loro spostamento, non dovrebbero essere soggetti a ulteriori restrizioni”. E ancora, se non fosse già abbastanza chiaro: “I viaggiatori con un certificato valido, in via di principio, non dovrebbero essere soggetti a ulteriori restrizioni”. Non sembra esattamente la linea Draghi, a differenza di quello che blatera la stampa di regime italiana, che ormai somiglia a un notiziario dell’Istituto Luce, se non fosse che la qualità è infinitamente più scadente.

La pietra tombale sul trionfo di Draghi, però, l’ha messa il nostro amicone Emmanuel Macron. Alla faccia del Trattato del Quirinale e del gemellaggio politico Roma-Parigi, l’inquilino dell’Eliseo, infatti, oggi ha ribadito: “Non prevediamo di introdurre dei test Covid pcr all’interno della Ue, perché noi siamo attaccati al buon funzionamento dello spazio comune, dunque non contiamo di mettere dei test pcr nei confronti dei Paesi europei, ma verso dei Paesi terzi”. Altro che Draghi che batte i pugni, fa la voce grossa e converte l’Europa.