Sono serviti ben due mesi al “New York Times” per raccogliere 150 testimonianze e per ricostruire i tragici eventi del 7 ottobre 2023 durante i quali molte donne israeliane sono state torturate e stuprate dai terroristi di Hamas. Nonostante la polizia israeliana abbia raccolto più di 1.500 testimonianze, il New York Times ha condotto un’indagine separata dalla quale sono emersi conferme e altri particolari agli angoscianti dettagli dell’orrore che i palestinesi hanno scatenato durante quel sabato.
L’inchiesta del Nyt su Hamas
Il giornale americano ha identificato almeno sette luoghi in cui sono avvenuti stupri e mutilazioni, i cui dettagli sono stati raccolti grazie alle interviste a ben 150 tra testimoni, personale medico, soldati e consulenti. In quelle ore il terrore oltre che al “Supernova party” si è diffuso anche nei kibbutz e nelle basi militari al confine con la Striscia in quel momento in parte sguarnite a causa della festività ebraica.
Sulla Route 232 i volontari hanno trovato i corpi di almeno 30 donne con gambe divaricate, vestiti strappati e segni di abusi nelle zone genitali. Tra questi, il cadavere di Gal Abdush, madre di due figli, resa irriconoscibile perché ritrovata con il volto completamente bruciato. La sua identificazione è avvenuta solo tramite il Dna.
I giornalisti del New York Times hanno anche visionato i video e le fotografie che testimoniano altre violenze brutali, tra cui quelle sul corpo di una donna con chiodi conficcati nell’inguine. È inutile continuare ad elencare i particolari delle violenze che Hamas ha avuto il sadismo di perpetrare sulle donne israeliane che sono state stuprate fino alla rottura delle ossa, chi li vuole conoscere li trova sull’articolo originale della “signora in grigio” o sugli articoli che sono poi usciti nelle pagine delle più importanti testate mondiali.
Fatica sprecata
È inutile provare a convincere chi non vuole vedere o cerca, arrampicandosi sugli specchi, di trovare una qualsiasi giustificazione, motivazione o attenuante a un attentato terroristico che se fosse stato messo in opera in qualsiasi altra parte del mondo avrebbe creato alzate di scudi piene di risentimento nei confronti degli aggressori e solidarietà infinita nei confronti delle aggredite.
È inutile spiegare come mai proprio questa volta, davanti allo scempio, le organizzazioni di solidarietà internazionale come ad esempio il mondo femminista, la Croce Rossa Internazionale che si è rifiutata di far pervenire i medicinali alle persone sequestrate, l’Onu che ha dimostrato ancora una volta quanto sia inutile, le organizzazioni dell’Onu, inutili e dannose come la loro casa madre, il Mee Too e tutte le sue galassie sempre pronte a difendere tutto e tutti, in questo caso si sono rese latitanti in silenzi assordanti.
Sei ebrea? Conti meno
Non sarà forse perché lo scempio di Hamas è stato fatto nei confronti di donne ebree? Se secondo loro la carne ebrea vale meno delle altre lo dicano apertamente così evitano di passare da ipocriti, ma non lo diranno perché ipocriti lo sono e la loro latitanza e il loro silenzio peserà per sempre sulle coscienze, sempre se conoscano il significato della parola coscienza. E non pensino di sistemare tutto con delle scuse prossime future.
Potranno evitare di farlo perché non li scuseremo per il semplice fatto che con il loro comportamento si sono seduti accanto ai terroristi diventandone complici morali.
Soprattutto è inutile continuare a spiegare il 7 ottobre 2023 perché chi voleva sapere e capire ha compreso e capito, mentre gli altri, tutti gli altri, hanno girato la testa dall’altra parte e rimarranno così anche a rischio di continuare a vivere il resto della loro vita tormentati da un torcicollo morale senza fine.
In fondo, se ci pensiamo bene, non sono neanche originali. Di gente come loro il popolo ebraico ne ha incontrati di tutti i tipi durante la sua storia millenaria, non ci stupirono allora, non ci stupiscono oggi.
Michael Sfaradi, 2 gennaio 2023
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