Esteri

La guerra in Ucraina

“Nessuna prova di stupri sui bimbi”. Perché Zelensky caccia la commissaria ai diritti umani

Colpo di scena in Ucraina: un deputato svela i motivi dell’epurazione della Denisova

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Bisogna sempre seguire le beghe interne ai governi. Perché sono in grado di svelare dettagli e retroscena inimmaginabili. Ricordate la storia del difensore civico dell’Ucraina, tal Lyudmila Denisova, che ha denunciato l’intenzione di Zelensky di cacciarla senza tanti ringraziamenti? Beh, in effetti il parlamento ucraino è vicino a rimuoverla dall’incarico: la sua epurazione potrebbe avvenire già oggi. Ma nell’annunciare questa decisione, il deputato Pavlov, ha rivelato un dettaglio mica da nulla: ovvero che tra le accuse rivolte a Denisova c’è pure quella di aver parlato di “crimini sessuali innaturali” e “stupri di bambini nei territori occupati” dai russi senza però “aver fornito prove”.

Breve passo indietro. La faccenda degli stupri dei russi sui bambini ha occupato le prime pagine dei giornali di mezzo mondo. Basta farsi una veloce ricerca online: ad aprile Denisova rivelava di aver raccolto storie di “bambini di meno di 10 anni uccisi con segni di stupro e tortura trovati nella città di Irpin”. Poi a metà maggio era tornata alla carica, sciorinando cifre orribili: almeno 200 violenze sessuali registrate nei due mesi di guerra di cui “in 60 casi si tratta di bambini”. La Regione Lazio l’aveva pure invitata ed accolta e lei aveva rivelato alcuni dettagli crudeli di questa guerra: “Tante segnalazioni di crimini di guerra ci stanno arrivando nelle ultime ore da Kharkiv: in un’ora, due giorni fa, ne sono arrivate 10. Per 8 di queste si tratta di violenze su minori e in due casi su bambini di 10 anni”.

Ieri la Denisova aveva pre-annunciato la sua epurazione. Stando alle sue informazioni, “all’ufficio del presidente non sta bene la posizione attiva in merito alla raccolta dei dati sulla violazione dei diritti umani sui territori occupati”. Aveva ragione. In effetti la sua posizione è stata discussa oggi dal partito “Servant of People” del presidente Zelensky che ha deciso all’unanimità di sfiduciarla. I parlamentari di maggioranza faranno ricorso all’articolo 12 della legge marziale, con una procedura che ricordava alla Denisova “un po’ uno Stato totalitario”.

Ma di cosa è accusata l’ormai ex difensore civico? Primo: di inerzia, visto che dall’inizio della guerra avrebbe “esercitato a malapena la sua autorità per organizzare corridoi umanitari, proteggere e scambiare prigionieri, opporsi alla deportazione di persone e bambini dai territori occupati”. Secondo: di essere andata un po’ troppo all’estero, ma “non in Russia o in Bielorussia, dove il suo status e poteri avrebbero potuto aiutare prigionieri, deportati e vittime”, ma “a Davos, Vienna, Varsavia e altre città calde e tranquille dell’Europa occidentale”. Terzo, ed è questa la parte succulenta del post Facebook del deputato Pavlov, Denisova avrebbe concentrato la sua attenzione sui media, parlando di crimini sessuali e stupri di bambini da parte dei russi “che non ha potuto dimostrare”. Un atteggiamento che “ha solo danneggiato l’Ucraina e distratto i media occidentali dai reali bisogni dell’Ucraina”.

Domanda: ma allora gli stupri sui bimbi di cui hanno ampiamente parlato i giornali occidentali, citando Denisova, erano tutti un’invenzione?