Fino all’arrivo di Aharon Barak alla Presidenza dell’Alta Corte, la Magistratura israeliana è stata il fiore all’occhiello dell’unica democrazia in Medioriente, poi alcune sue sentenze che hanno lasciato il segno perché basate più sull’ideologia che non sulla giustizia, hanno creato una situazione che ha causato uno strappo con il mondo reale e dato il via a certe situazioni che il popolo sente lontane.
La speranza è che il voto di ieri, oltre a rimettere ordine nel parlamento e nel governo, dia anche quella spinta utile a rinsaldare la fiducia che la gente ha negli organi che amministrano la giustizia, fiducia che negli ultimi anni ha subito notevoli sfilacciature.
Michael Sfaradi, 4 marzo 2020