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Niccolò, la Sardina in quarantena - Seconda parte

Facile prevedere il titolo: “Il mio isolamento”, più facile il contenuto, un rosario di luoghicomunisti di stampo più europeista: durante la mia prigionia ho capito che il virus non ha confini, che siamo tutti emigranti, che i migranti vanno tutti accolti, che non esistono le razze, che la Bellezza ci salva ogni mattina, che l’odio si sconfigge con l’amore, che non bisogna dire parole aggressive, che Salvini è come Hitler, che le donne sono meglio dei maschi, che l’Islam è religione di pace, che il maschio bianco è natural born kriminal, che c’è bisogno d’amore, perdio, che ci vuole più cultura, che la scienza è coscienza, che più ponti no muri, che abbraccia un cinese, che il virus più pericoloso è quello del razzismo.

Visto, che il motivo di pomparlo c’era? Niccolò era la sardina in quarantena. Adesso che ne è uscito, potrebbe fare la sardina in gondoleta e con quella tornare, come ha annunciato urbi et orbi, a Wuhan. Insomma, la morale è chiara: la sinistra riparta da lui. Però non quella italiana. Quella cinese. Voglio proprio vedere, come va a finire.

Max Del Papa, 3 marzo 2020

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