Terzo elemento: l’affidamento sul buonsenso dei cittadini. L’elevato numero di tamponi e l’analisi delle acque reflue ha reso i cittadini più consapevoli dei rischi che correvano direttamente, nella loro realtà quotidiana e li ha anche resi più responsabili. Da noi, invece, si preferisce procedere con divieti incomprensibili, vessatori, che peraltro hanno un discutibile (anzi, mai discusso e mai dimostrato) effetto sulla circolazione del virus, come il coprifuoco.
Insomma, convivere con il virus si può. Si può ridurne enormemente la circolazione. E lo si può fare senza lockdown. Siamo sicuri che l’unica strada percorribile sia aspettare con le mani in mano che i vaccini compiano il loro, di “miracolo”?