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Nizza e Avignone: Erdogan riaccende la miccia della jihad

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La Francia e l’Europa cristiana sono di nuovo sotto attacco. Tre persone sono state uccise accoltellate (una decapitata) nella Cattedrale di Notre Dame a Nizza da un attentatore che, secondo le testimonianze del sindaco, “gridava Allah Akbar”. Poco dopo, si è appreso che un uomo si è lanciato contro la polizia ad Avignone, brandendo un’arma bianca e inneggiando ad Allah. Gli agenti l’hanno abbattuto.

È solo l’ultimo episodio di una lunga scia di sangue contro i cristiani in Europa e in Francia, un attacco terroristico che avviene negli stessi giorni in cui la tensione tra Emmanuel Macron e Recep Erdogan è alle stelle. Mentre il presidente turco accusa la Francia di discriminare gli islamici, la verità è che professare la fede cristiana sta diventando sempre più pericoloso anche a casa nostra. Le parole pronunciate proprio ieri dal neo-sultano, alla luce di quanto avvenuto a Nizza e Avignone, assumono ben altro sentore: “L’Europa sta ritornando alla barbarie. Vediamo che l’odio per l’islam, i musulmani e il profeta si diffonde come un cancro tra i politici europei”. In realtà, da ciò che stiamo osservando sulla pelle di decine di cittadini che ogni anno perdono la vita in attacchi terroristici, le barbarie hanno ben altra origine. E gli appelli alla jihad individuale paiono raccogliere un certo successo in Francia.

Come sostiene l’eurodeputato Vincenzo Sofo, che ha presentato un’interrogazione all’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, per chiedere il ritiro dell’ambasciatore europeo ad Ankara: “L’Europa non può stare ferma di fronte all’escalation di violenza terroristica che sta colpendo la Francia a seguito delle dichiarazioni minacciose di Erdogan contro il nostro continente”. Non possiamo continuare a voltare il capo dall’altra parte come se nulla fosse, la cristianità è in pericolo e con essa la sopravvivenza della nostra civiltà. Impossibile non pensare a un nesso tra l’attentato di questa mattina e la copertina di Charlie Hebdo uscita ieri.

Al di là di quelle che rimangono ipotesi e congetture, di certo, come confermato dalle autorità francesi, c’è la matrice terroristica dell’attacco che non colpisce in modo casuale ma all’interno di una Chiesa, uccidendo tre fedeli nel momento della preghiera. Un’atrocità ancor più feroce che si inserisce in un più ampio contesto di attacco ai valori dell’Europa cristiana. Derubricare questi episodi come fatti singoli o estemporanei, significherebbe non comprendere quello che sta accadendo e la minaccia che l’estremismo islamico rappresenta per l’Europa. Non si tratta di demonizzare l’islam in quanto religione bensì combattere il fondamentalismo e chiamare le cose con il proprio nome: terrorismo di matrice islamica. Macron lo ha fatto nelle scorse settimane e probabilmente il suo paese paga le conseguenze del coraggio del presidente che, sebbene con ritardo, si è reso conto che siamo vicini a un punto di non ritorno. D’altro canto è lo stesso mondo islamico a condannare con fermezza la deriva delle frange più estreme che purtroppo vivono ormai all’interno dei nostri paesi.

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