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“No a rappresaglie”. La mossa di Meloni sui dazi

Il primo ministro riferisce al Senato in vista del Consiglio europeo su Ucraina e riarmo Ue di giovedì

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Dal riarmo Ue ai dazi, Giorgia Meloni a 360 gradi nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo. Uno dei passaggi più importanti dell’intervento del premier ha riguardato la potenziale guerra di imposte tra Europa e Stati Uniti, l’invito di Palazzo Chigi è al dialogo. “I dazi possono facilmente tradursi in inflazione indotta, con la conseguente riduzione del potere d’acquisto delle famiglie e il successivo innalzamento dei tassi da parte della Bce per contrastare il fenomeno inflattivo, come abbiamo già visto. Risultato: inflazione e stretta monetaria che frena la crescita economica. Non sono certa, insomma, che sia necessariamente un buon affare rispondere ai dazi con altri dazi” le sue parole: “Per questo credo che le energie dell’Italia debbano essere spese alla ricerca di soluzioni di buonsenso tra Stati Uniti ed Europa, dettate più dalla logica che dall’istinto, in una ottica di reciproco rispetto e di convenienza economica”.

Per quanto riguarda il dossier Ucraina, la Meloni ha spiegato che “come da tre anni a questa parte, tema centrale del Consiglio europeo in materia geopolitica sarà la guerra di invasione russa all’Ucraina”: “In questi giorni ho sentito molte ricostruzioni che non ho condiviso e voglio cogliere questa importante occasione per ribadire alcuni punti fermi, e per me centrali”. Il premier ha aggiunto: “La nostra ferma e totale condanna della brutale aggressione all’Ucraina, così come il nostro sostegno al popolo ucraino, non sono mai stati in discussione, fin da quella terribile notte del 24 febbraio 2022 che ha scioccato il mondo”.

Sin dall’invasione russa dell’Ucraina “scegliemmo da che parte stare, con chiarezza, condannando duramente un’aggressione militare che metteva a rischio le fondamenta stesse del diritto internazionale, e dando il massimo sostegno al popolo ucraino, che stava ricordando al mondo come la libertà fosse la cosa più preziosa della quale ogni essere umano dispone, e cosa fosse l’amor di Patria. Lo facemmo senza tentennamenti, perché ci sono momenti nei quali, inevitabilmente, i leader si distinguono dai follower, e chi ha a cuore l’interesse nazionale non lo baratta per una manciata di voti facili” ha aggiunto la Meloni.

Il premier ha spiegato che dopo tre anni la scelta di campo non è mutata: “Non soltanto per Fratelli d’Italia, ma per l’intera maggioranza di centrodestra, che ha sempre e compattamente votato per questa linea”, ha sottolineato la presidente del Consiglio. “Questo impegno lo rivendichiamo davanti al mondo, con orgoglio e determinazione. L’Italia – ha rimarcato Meloni – si è dimostrata una Nazione solida e credibile, che ha una posizione chiara, e che rivendica il suo spazio sullo scenario globale. Una Nazione che rispetta i propri impegni internazionali, a pieno titolo protagonista in Europa e in Occidente, e per questo anche una Nazione il cui parere conta”.

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Entrando nel dettaglio del piano di riarmo Ue, la Meloni ha precisato che “non si tratta di spendere 800 miliardi di risorse attualmente esistenti nei bilanci degli Stati membri, magari tagliando servizi ai cittadini per poter reperire risorse o smettendo di investire sugli altri capitoli. Si tratta invece della possibilità di ricorrere a deficit aggiuntivo, rispetto a quanto normalmente previsto dal Patto di stabilità. Questo è il quadro che ci è stato proposto, e in questo quadro l’Italia valuterà con grande attenzione l’opportunità o meno di attivare gli strumenti previsti dal Piano. Lo dico perché l’Italia può vantare, in questa fase storica, degli indicatori economici e finanziari estremamente positivi, un patrimonio al quale non intendiamo rinunciare”. Il premier ha aggiunto: “È la ragione per la quale io credo che sia nostro dovere proporre anche soluzioni alternative alla semplice creazione di nuovo debito. Ed è per questo che, con il ministro Giorgetti -che ringrazio per l’importante lavoro di questi giorni- abbiamo proposto un meccanismo di garanzie pubbliche europee, coordinato e integrato con i sistemi nazionali, sul modello di quello attualmente viene utilizzato per il programma InvestEU, per mobilitare più efficacemente i capitali privati e rilanciare gli investimenti nel settore della difesa, nel quale l’Italia -ricordiamolo- può vantare dei campioni assoluti”.

Il presidente del Consiglio è tornato a parlare anche di migranti, ribadendo l’intenzione del governo di proseguire con il piano Albania. “Non dimentico il nostro impegno sulle soluzione innovative, come tra tutte, in prima battuta, il protocollo Italia-Albania che il Governo è determinato a portare avanti, anche alla luce dell’interesse e del sostegno mostrato da sempre più nazioni europee” la conferma della Meloni: “Penso sia chiaro a tutti che se nella nuova proposta di Regolamento si propone di creare centri per i rimpatri in Paesi terzi è grazie al coraggio dell’Italia, che anche su questo ha fatto da apripista”.

La Meloni ha anche dedicato un pensiero a Papa Francesco, ricoverato da diverse settimane al Gemelli: “Ci uniamo all’auspicio di Papa Francesco, affinché, cito testualmente, ‘il popolo siriano possa vivere in pace e sicurezza nella sua amata terra, e le diverse religioni possano camminare insieme nell’amicizia e nel rispetto reciprocò. E con l’occasione voglio rivolgere con voi un affettuoso saluto al Santo Padre, che anche in un momento di prova non ha mai fatto mancare la sua forza e la sua guida. Il mio augurio, e so di poter interpretare il sentimento non solo di quest’Aula, ma di tutto il popolo italiano, è quello di poterlo vedere il prima possibile ristabilito del tutto”.

Franco Lodige, 18 marzo 2025

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