No alla divisa: i reali inglesi come la Murgia

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di Lavinia Orefici

Nessuno della famiglia reale sarà in divisa, nessuno avrà i gradi per rendere al principe Filippo gli onori militari. Solo medaglie appuntate al petto per salvare con una soluzione salomonica il funerale e la faccia dei Windsor.

I capricci del principe Andrea per indossare la divisa da Ammiraglio della Royal Navy, promozione congelata dopo lo scandalo Epstein e il timore di sottolineare ancora di più la distanza tra i Windsor e i Sussex, con Harry privato dei suoi gradi militari dopo la Megxit, hanno costretto la regina Elisabetta a un cambio di programma dell’ultimo minuto, per un funerale pianificato da anni dal duca di Edimburgo in persona nei minimi dettagli. Neanche la pandemia l’aveva colto impreparato, con un piano B evidentemente già pronto e messo in atto dal Palazzo nelle ore immediatamente successive alla sua morte. Ma dove non è arrivato il virus ci hanno pensato i Sussex e il principe Andrea. Sarà un problema di secondi?

Per la stampa inglese si parla di “Uniform Gate”, di scandalo delle uniformi. Una rinuncia non condivisa da molti Royal correspondent, che si chiedono sul Daily Mail “come siamo arrivati a questo?” e che ricordano “le azioni hanno delle conseguenze”.

I Sussex e Andrea. I primi hanno sbattuto la porta in faccia alla corona, il secondo ha confuso la responsabilità reale con la pretesa di un potere divino. Sono entrambi responsabili della rottura di una tradizione di onori militari alle Altezze Reali che si perde nella notte dei tempi. Chissà se anche questa volta Filippo avrebbe condiviso la decisione con la regina? Domani nella cappella di St. George una selezione fatta da lui stesso di 18 medaglie su 9 cuscini di velluto color borgogna, come il vino, con un profilo dorato, come la sua vita, appoggiati sull’altare per un Ceremonial Royal Funeral, come lo ha definito Buckingham Palace, gli renderanno il merito dei suoi trascorsi militari.

Il principe Filippo, Duca di Edimburgo e molto altro nel rosario dei titoli nobiliari che lo hanno accompagnato in vita, fin dalla nascita, ha votato la sua vita alla Sovrana, ma prima che a lei a una patria che, si badi bene, non era la sua. Tanta devozione ai simboli del Regno Unito ripagati dalla gratitudine della nazione che lo ha eletto eroe di guerra. La guerra, il servizio militare, ma soprattutto la divisa, per Filippo hanno occupato gran parte della sua vita e sono stati una costante del suo essere e del suo modo di pensare, di servire il Paese da una posizione privilegiata ma fiera di essere un soldato del regno. La Murgia probabilmente non condividerebbe tanta devozione alla divisa. Ma primo, chissenefrega; secondo, non è cresciuta alla scuola dei re; terzo, il senso del dovere dei militari io lo apprezzo.

Anche la Land Rover che accompagnerà il suo feretro dal castello alla cappella è Dark Bronze Green, la tonalità di verde dei veicoli militari inglesi. Tanta importanza “all’arte della guerra” tradita dalle aspettative che il principe riponeva nel suo funerale dove si sarebbe aspettato, soprattutto dalla sua famiglia, il massimo degli onori militari dovutigli.


“Per mare, Per Terram” è con il motto dei Royal Marines che il principe Harry aveva concluso lunedì scorso il suo tributo al nonno, salvo poi essere il motivo per cui pochi giorni dopo è scaturita la decisione per cui la famiglia reale non indosserà l’uniforme al funerale del principe Filippo.

Un precedente da cui non sarà facile tornare indietro, che rischia di avallare il pericoloso concetto che le regole a corte si possono infrangere con una pezza pronta a cancellare la vergogna.

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