Appunti sudamericani

“No alla parola ‘immigrato”. Il folle divieto dell’Università

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Le nuove parole vietate dall’università di Stanford

Anche la Stanford University riscrive la lingua inglese per “eliminare il linguaggio dannoso”. Secondo le autorità dell’università, ci sono parole “dannose” che devono essere sostituite. Tra queste ”immigrato“ da sostituire con ”persona che è immigrata, “nonno” che dovrebbe essere sostituito con “legacy” ovvero “eredità”, quindi, ironizzano in molti, “se vedi tuo nonno a Natale, assicurati di dirgli ‘ciao eredità!’, di sicuro lo tirerà su di morale”.

Censurata da Stanford anche la parola “aborto” che, a causa della “discriminazione morale”, il documento vuole che sia descritto come “interrompere la gravidanza”. Bandito anche il termine “americano”, da sostituire con “cittadino statunitense”, altrimenti, secondo la logica di Stanford il resto del continente americano verrebbe disprezzato. Da usare “parcheggio accessibile” invece di “parcheggio per disabili”, “morte per suicidio” invece di “suicidio”, “revisione anonima” invece di blind revision” ovvero revisione cieca”, “non illuminato” invece di ‘sordo’, “persona con disturbo da abuso di sostanze” invece di “tossicodipendente”. Bandite anche le parole “prigioniero” da sostituire con “persona che è/è stata detenuta” e “senzatetto” con “persona senza fissa dimora” o “coraggioso” perché dobbiamo placare la comunità codarda. Al bando infine anche l’espressione “pecora nera” in quanto razzista per Stanford.

Il primo deputato brasiliano eletto a New York con il repubblicani ha inventato tutto il suo curriculum: non sarebbe né gay, né ebreo, né un genio universitario

George Santos dovrà spiegarsi dopo una serie di articoli giornalistici che hanno messo in discussione elementi chiave della sua “storia di vita”, tra cui la sua educazione, ascendenza e orientamento sessuale. Santos, che è stato eletto l’8 novembre per rappresentare il 3° distretto di Long Island e Queens sta facendo perdere la pazienza al suo partito, il GOP che ieri in una nota ha detto che “gli elettori meritano una sincera rendicontazione da parte del signor Santos da cui voglia sentire osservazioni significative”.

La polemica intorno a Santos è iniziata lunedì dopo che il New York Times ha scritto che ha inventato la sua biografia, ovvero non ha frequentato il college, non ha lavorato a Wall Street, non lavorava con un ente di beneficenza per il salvataggio degli animali e mentre non risulta nessuna società immobiliare della sua famiglia che gestiva assets per 80 milioni. Due giorni dopo, The Forward ha pubblicato invece una storia che smentiva Santos secondo cui i suoi nonni ebrei erano fuggiti dalle persecuzioni in Europa durante la seconda guerra mondiale e che sua madre era ebrea.

La pubblicazione ha esaminato i dati genealogici di myheritage.com e i nonni materni di Santos erano nati in Brasile e sua madre era cattolica. Ieri, infine, il Daily Beast ha scoperto che Santos – il primo repubblicano apertamente gay non in carica eletto al Congresso – aveva divorziato da una donna nel 2019. Il leader della Camera dei repubblicani, che potrebbe sostituire Pelosi, è furioso con il ballista avvocato brasiliano.

Paolo Manzo, 24 dicembre 2022


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