Le frasi del Pontefice

“No alle armi”, “Nato ha abbaiato alla Russia”. E a sinistra crolla il mito del Papa

L’intervista di Bergoglio mette in dubbio il ruolo della Nato nel conflitto tra Ucraina e Russia

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Immaginiamo i dilemmi nelle redazioni dei giornali che si arrovellano il cervello per capire come “leggere” l’intervista rilasciata oggi da Papa Francesco al Corriere della Sera. Dilemma di non facile soluzione. Perché se uno estrapola alcune delle frasi di Bergoglio (che a sempre goduto di ottima stampa in Italia) sulla guerra in Ucraina, si finisce col paragonarlo a un Alessandro Orsini qualsiasi (che invece è considerato alla stregua di un satanasso).

Ci spieghiamo. Nel colloquio con Corsera, il Pontefice ha preso ovviamente le difese dell’Ucraina, ha rivelato di aver parlato al telefono con Zelensky (e non con Putin), ha rinnovato il suo disgusto per la scelta della Russia di invadere uno Stato sovrano con la scusa del conflitto in Donbass, un “argomento vecchio”. Però… Però non ha lesinato nemmeno critiche alla Nato, più o meno sull’onda delle analisi fatte da Orsini e che gli sono costate un contratto in Rai e la pubblica gogna. Dice il Papa che tra le motivazioni dell’invasione forse c’è anche “l’abbaiare della Nato alla porta della Russia”. “Un’ira – aggiunge – che non so dire se sia stata provocata, ma facilitata sì”. Tradotto: per il Vescovo di Roma, il monarca del Vaticano e il successore di Pietro, l’allargamento a Est della Nato può aver indotto Putin a reagire. Ha cioè “facilitato” il conflitto e avrebbe dovuto evitare di “abbaiare” così tanto ai confini della Russia.

Non solo. Bergoglio non è neppure così convinto che inviare armi all’Ucraina sia buono e giusto. Lo ha già fatto sapere: da pacifista com’è, rifiuta l’escalation militare. Che spera di poter evitare. “Non so rispondere – dice – all’interrogativo se sia giusto rifornire gli ucraini. La cosa chiara è che in quella terra si stanno provando le armi”. Anche per questo, forse, non ha nessuna intenzione “per ora” di andare a Kiev. Vorrebbe invece recarsi a Mosca prima possibile per incontrare Putin (quello che, per inciso, Di Maio chiama “animale”). Qualcuno si scandalizzerà che il Papa va a trattare con lo Zar prima che con Zelensky?

Tra le altre cose, nell’intervista del Papa c’è spazio anche per una rivelazione. “Orbàn quando l’ho incontrato mi ha detto che i russi hanno un piano, che il 9 maggio finirà tutto. Spero che sia così, così si capirebbe anche la celerità dell’escalation di questi giorni. Perché adesso non è solo il Donbass, è la Crimea, è Odessa, è togliere all’Ucraina il porto del Mar Nero. Io sono pessimista, ma dobbiamo fare ogni festo possibile perché la guerra si fermi”. E per il papa questo gesto si chiama “dialogo con Putin” e non necessariamente “armi a Kiev”.

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