A seguire i telegiornali del regno si capisce bene una cosa: cercano lo scontro e lo cercano duro. La comunicazione di regime, cui nessun notiziario sa o vuole sottrarsi, ha oltrepassato i livelli del servilismo per raggiungere quelli della vergogna. Le manifestazioni contro il green pass vengono distorte, stravolte in modo quasi artistico, si fa vedere un commerciante con le mani nei capelli dietro la vetrina, si interpella un altro e gli si fa dire: “Non possiamo andare avanti così, qui finiamo tutti sul lastrico”.
Non si capisce bene in che modo un corteo pacifico possa pregiudicare gli affari, i commerci ma ammettiamolo pure: come mai la stessa solerzia non veniva espressa, tanto meno riferita nei mesi e mesi di lockdown duro? Poi tocca al Sangalli Carlo detto Carluccio della Confcommercio. Sta in un teatro e, con accenti lirici, si affligge: “Questa situazione ci costa il 28% del fatturato”. Ah, la precisione milanese per le percentuali, per i sacri affari! Dulcis in fundo, un responsabile locale del turismo che, da Trieste, bofonchia sconvolto: siamo alla paralisi, non verrà mai più nessuno. Trieste irredenta per causa dei no green pass.
Per dare forza a tanto catastrofismo si mostra poi, fra diecimila persone, un pazzo scalmanato che aggredisce un poliziotto, avendo cura di omettere che trattasi non di un cittadino esasperato ma mite quanto di uno dei soliti rompicoglioni noglobal; si precisa che a sfilare ci sta pure il terrorista Maurizio Ferrari, che deve avere molto tempo libero visto che non si perde un corteo, e il messaggio è servito: chi protesta è novax, ossia farabutto, ossia assassino, “tu c’hai la faccia da terrorista”, come diceva Lino Banfi nei panni del preside Rodolfo Calabrone. Dopo i servizi, oltre il tendenzioso, il Tg1 di domenica sera intervistava esclusivamente il piddino sindaco di Firenze, Dario Nardella, e il segretario del Pd Enrico Letta: “Nessun tentennamento contro le logiche novax”. Le logiche, con sprezzo anni ’70.