Lega e Forza Italia secondo i giornali starebbero litigando su tutto, ma soprattutto su una scemenza come la riduzione di 20 euro del Canone Rai.
Oggi Francesco Verderami sul Corriere della Sera ha spiegato che in realtà tutti sanno che questo scontro non metterà in discussione il governo, però la lite eroderebbe una parte del credito conquistato verso gli elettori. Io non penso sia così. Non credo che gli elettori diano molto peso alla baruffa tra Salvini e Nevi sul Canone Rai, perché si tratta di niente.
Oggi di fatti in un’intervista Tajani ci spiega che con Salvini “lavoriamo insieme” e che “nel centrodestra non c’è nessuna guerra”. Bisogna dire che c’è un elemento logico nel ragionamento di Tajani secondo cui il taglio del Canone “costa moltissimo e non porta benefici”, visto che in effetti riduce solo di 20 euro l’esborso delle famiglie senza incidere sull’Irpef. Tutto questo sarebbe molto bello se il portavoce di Forza Italia, Raffaele Nevi, non avesse detto, ovviamente ripreso da tutti i giornali, che Salvini è un paraculetto. Il punto è che con questi toni zuppisti non si aiuta certo il dialogo tra i due partiti.
Ieri poi la Meloni è andata al Quirinale, c’è stata una lunga colazione con Sergio Mattarella e i comunicati parlano delle solite banalità (“incontro cordiale e collaborativo”) che sono tutte minchiate. La cosa vera di cui si è discusso, secondo i retroscena dei giornali, è come la Meloni intende sostituire Raffaele Fitto nominato alla Commissione Europea. E qui il Foglio ci spiega che il Colle vuole che la casella, vista la sua importanza, vada ad un europeista.
dalla Zuppa di Porro