È difficile vivere e formarsi delle opinioni quando tutto intorno a noi è sensazionalismo o peggio menzogna; quando la realtà non la si comprende ma si interpreta e ribalta secondo i gusti del momento; quando nemmeno il Papa sa distinguere i buoni dai cattivi (Mt 7,15-20) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti, dunque, li riconoscerete».). È facile Putin è un falso profeta ed un albero cattivo.
Menzogne sistematiche
La menzogna intorno a noi è sistematica: i nazisti che denazificano, il campo largo in realtà strettissimo, i referendum dimenticati perché tanto le riforme si fanno in sei mesi, “le amministrative sono sempre state un tabù” dice Conte nel partito nato dai successi di Parma dieci anni fa e di Roma e Torino sei anni fa. Lo stesso Conte che ci raccontano forte di una grande popolarità personale, ma incapace di accettare una candidatura anche in seggi considerati sicuri.
In Unione Sovietica il giornale del PCUS era la Pravda (Verità), ed era il più grande contenitore di falsità mai pubblicato. Anche in Italia abbiamo “La Verità”, i titoli in prima degli ultimi giorni sono: “un’altro putiniano per la lista si chiama Francesco e fa il Papa”, “Il report dei servizi che mette i nemici di Draghi alla Gogna”, “così la sinistra ha creato la bomba africani violenti”. Inutile ogni commento.
Salvini e Conte
Intanto mentre Salvini ha rinunciato al suo viaggio a Mosca per risolvere la situazione Ucraina e il povero Conte sta cercando di organizzare un armageddon parlamentare il 21 giugno per far cadere Draghi sull’invio delle armi, entrambi hanno perso le recenti elezioni amministrative. Insomma i leader dei due partiti che dal 2018 ad oggi hanno preso il maggior numero di voti (M5S 33% alle politiche, Lega 33% alle Europee) sono due personaggi da operetta, all’inseguimento di un ruolo che non solo non hanno, ma al quale nemmeno possono e potranno ambire. Eppure le loro fesserie occupano spazio sui media con analisi e interviste, mentre i commentatori discutono seriamente di questi due figuranti della politica, pacifisti con la terra degli ucraini e generosi con i soldi nostri. E intanto che il debito cresce e la guerra va avanti, mentre uno pensa ai balneari e vuole la paaccee, l’altro propone il salario minimo e vuole cacciare dal suo partito il Ministro degli Esteri. Sono buffi.
La bufala del tonfo di Macron
Sensazionalismo e menzogna sono sempre al lavoro, “Francia ingovernabile”, “Macron al guinzaglio di sinistra e Le Pen” sono un paio di titoli dopo il secondo turno in Francia. La realtà è molto diversa: dopo una rielezione a vasta maggioranza, facilitata dallo scontro con Le Pen, Macron ha perso la maggioranza assoluta in Parlamento pur rimanendo, malgrado 5 anni burrascosi di governo (ricordate i gilet gialli, il Covid, la recessione e ora la guerra), abbondantemente il partito di maggioranza relativa.
Il sistema istituzionale Francese, incentrato sulla figura del Presidente con poteri quasi regali, riserva al governo attività prevalentemente di ordinaria amministrazione e la situazione che si delinea dopo le elezioni, con il partito di Macron primo a circa 245 eletti non molto lontano dalla maggioranza assoluta di 289, è quella di una coalizione con i Repubblicani (ex gollisti) o altre frange che si uniranno (indipendenti ed ex socialisti), escludendo ogni ipotesi di coabitazione con il pessimo Melenchon nominato Primo Ministro (ricordiamo che grandi Presidenti come Mitterand e Chirac, hanno comunque governato in coabitazione senza drammi).
Insomma se l’analisi dei fatti non è mai “politica” ma solo “scandalistica”, quello che si ottiene dalla lettura dei giornali non è utile a formare opinioni, ma piuttosto ad alimentare pregiudizi. La semplificazione eccessiva degli eventi è il preambolo dell’uno vale uno, il ridurre tutto ai rapporti di forza è la premessa al make America great again, la semplificazione della storia è l’inizio della denazificazione dell’Ucraina.
Antonio De Filippi, 20 giugno 2022