Partiamo da un dato certo: nessun robot umanoide, nessun Optimus per intenderci, si è ribellato agli ingegneri di Elon Musk in quello che appare l’inizio di un film sulla rivolta delle macchine. Non saranno ancora loro a governarci, purtroppo o per fortuna.
La rivolta del robot?
L’incidente di cui oggi parla tutta la stampa italiana ed internazionale risale a due anni fa e riguarda un ingegnere della Tesla di Austin, in Texas, come riportato da un documento consegnato all’autorità federale di controllo sulla sicurezza nei posti di lavoro e rivelato oggi dal Daily Mail. Primo appunto: non sono citati altri incidenti né prima né dopo quell’evento nel 2021. Secondo: non riguarda affatto Optimus, quel robot a forma di umano su cui stanno sempre lavorando le aziende di Elon Musk. L’infortunio è avvenuto a causa di un “braccio robotico industriale Kula”, presente in diversi stabilimenti, e non di un umanoide, come invece scritto e condiviso sui social da Repubblica o come lascia intendere la fotografia del Corriere della Sera in home page.
Per carità, l’incidente sarà pure stato grave. Il macchinario maneggia lastre di metallo per le automobili e può essere pericoloso come tutti gli strumenti in una fabbrica. Il robot, scrivono i media internazionali, “ha immobilizzato l’ingegnere contro una superficie, spingendo i suoi artigli nel suo corpo ed facendo uscire sangue dalla sua schiena e dal suo braccio”. A liberare il malcapitato dalla presa del robot è stato un collega, che ha prontamente premuto il pulsante di emergenza. A sentire le testimonianze racconte da The Information, pare questi sia poi “caduto per un paio di metri lungo uno scivolo progettato per raccogliere rottami di alluminio” lasciando “scie di sangue”.
Secondo Tesla, tuttavia, “le ferite dell’ingegnere, inflitte alla mano sinistra, richiedevano “zero” giorni di assenza dal lavoro per il recupero”. Ma soprattutto non c’entra niente l’avanzata dei robot. A precisare quanto successo, oltre a Musk, c’è anche il tweet di Andrea Stroppa, che ha contribuito a portare il magnate ad Atreju. “Falso – scrive su X – Nessun androide, nessun robot Tesla e nessuna rivolta. L’incidente ha coinvolto un braccio robotico per l’assemblaggio prodotto da Kuka (società tedesca) che è presente in migliaia di aziende in tutto il mondo. L’obiettivo è sempre lo stesso: screditare Elon Musk”.
In effetti, anche le agenzie – se lette con attenzione – riportano chiaramente che “alla base” dell’infortunio “ci sarebbe una svista”. Due dei tre robot erano stati disattivati per permettere un intervento al software, mentre il terzo era stato dimenticato erroneamente acceso. Un incidente che, tecnicamente, può succedere in qualsiasi fabbrica. E che in effetti può avvenire nelle linee produttive di qualsiasi azienda, dove sono presenti diverse “macchine” automatizzate. Solo un esempio: a novembre, in Corea del Sud, una macchina automatizzata ha ucciso un uomo schiacciandolo perché non lo scambiato per una scatola di peperoni. Ma non c’era Musk di mezzo, quindi nessuno ne ha parlato.