No Green Pass contro Roberto Speranza. La battaglia tra le due correnti opposte, quella aperturista e quella chiusurista, prosegue ininterrottamente, anche se la situazione epidemiologica migliora giorno dopo giorno.
La manifestazione dei no pass
La Digos di L’Aquila sta procedendo all’identificazione dei trenta partecipanti alla manifestazione non autorizzata, tenutasi in virtù della presenza del ministro nella capitale abruzzese, per il comitato elettorale della candidata Pezzopane, nome proposto dal centrosinistra per dirigere la città. L’illecito contestato è la violazione dell’art. 18 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, proprio per aver omesso di comunicare l’iniziativa al Questore, e che porterebbe i trenta no pass, una volta identificati, alla segnalazione all’autorità giudiziaria.
Subito è arrivata la risposta del ministro della Salute: “Siamo in democrazia e le contestazioni sono lecite. Ho sempre rispettato tutti.” E continua: “Però ci tengo a ribadire una cosa: i vaccini hanno salvato la vita a 150mila persone secondo uno studio dell’Istituto superiore della Sanità; se oggi siamo in una fase diversa, lo dobbiamo proprio ai vaccini”. Nel frattempo, le proteste sono continuate per tutto il corso del comizio, con alcuni manifestanti che richiedevano l’integrazione del proprio posto di lavoro, fra di essi anche lavoratori del settore sanitario e ospedaliero.
Le contestazioni a Roberto Speranza
La contestazione si aggiunge alle altre numerose subite da Speranza. Pochi giorni fa, infatti, a La Spezia e Genova, il ministro del governo Draghi è stato criticato con toni duri e accesi, addirittura al grido “Obbligo vaccinale, obbligo criminale”. E ancora, a fine maggio, altre manifestazioni si sono succedute a Prato della Valle, dove una folla di duemila persona ha sfilato in piazza contro le politiche restrittive, adottate durante il periodo pandemico.
In quest’ultimo contesto, gli organizzatori hanno inscenato pure un finto funerale alla Costituzione, con una bara di cartone, sorretta da quattro persone, insieme ad una decina di donne vestite di nero, con tanto di velo trasparente. Guarda caso, proprio il 2 giugno, data della Festa della Repubblica.
Nonostante tutto, le contestazioni no pass e no vax paiono essere le ultime a cui assisteremo. Dal 15 giugno, infatti, dovrebbe scattare l’abolizione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 – tranne per tutti coloro adibiti a svolgere funzioni nel campo sanitario – oltre alla cessazione dell’obbligo di mascherina nei luoghi chiusi. Utilizziamo il condizionale perché lo stesso Speranza vorrebbe estendere l’uso dei dispositivi di protezione individuale per tutta la stagione estiva. Per questo, è tuttora in corso uno scontro nell’esecutivo, che chiamerà Mario Draghi a ricercare una soluzione unanime, anche in questo caso.
Il governo, però, sembra orientato verso l’apertura a metà mese, come stabilito da programma, cercando di abbandonare progressivamente la politica iper-prudente del leader di Articolo Uno, di fatto quasi omologandosi ai “liberi tutti”, già in vigore in molti Paesi europei.
Matteo Milanesi, 8 giugno 2022