Politica

No Pass e progressisti. Le nuove frontiere del dogmatismo - Seconda parte

L’era Covid ci ha regalato un nuovo dogma, le misure governative non devono essere messe in discussione

Tornando alla discussione sul green pass e l’obbligo vaccinale, questa presenta una netta polarizzazione nelle opinioni dei cittadini. Da un lato c’è chi la ritiene una misura liberticida, evocativa di regimi totalitari. Dall’altro, contrariamente, buona parte della popolazione vede il certificato verde come l’unico modo per vedersi restituita la propria libertà di stare in mezzo alla gente. Nonostante, forse, l’argomento più forte sia avanzato dai secondi, intestardirsi nell’obbligo può portare a conseguenze assurde, tendenti al dogma. È il caso della virologa Ilaria Capua, artefice dell’affermazione, qualche tempo fa, secondo cui «chi si tira indietro [dal sottoporsi alla vaccinazione], in caso di ricovero, dovrebbe risarcire i costi “non sanitari” degli ospedali: 1000/2000 euro al giorno». Un’uscita altamente discutibile.

D’altra parte, assistiamo spesso ad affermazioni di giornalisti che si collocano sul versante opposto, quello dell’intransigenza nella difesa della libertà, che accostano il green pass ai totalitarismi del passato: una posizione priva di senso critico e che fa leva sui dubbi del popolo meno colto, propenso a credere a chi si scaglia contro l’establishment usando un linguaggio semplice e diretto.

Da menzionare l’azione che i giganti della comunicazione, Twitter e Facebook, hanno intrapreso contro Donald Trump, l’indomani della vicenda di Capitol Hill del 6 gennaio 2021, privandolo dei suoi account di comunicazione social. Iniziarono a delinearsi gli schieramenti tra chi riteneva la decisione ingiusta e liberticida, e chi invece sosteneva ragionevole e legittima la censura verso coloro i quali incitavano all’odio e alla violenza. I primi offendevano i secondi e i secondi insultavano i primi. Lo scontro ideologico era cercato molto più del dialogo critico. Offese e insulti: è questo, forse, il marchio ideologico del nostro tempo, a cui né la destra né la sinistra sembrano sfuggire.

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