La Meloni ha detto una cosa molto semplice. Ha detto: “l’Europa di Ventotene non è la mia”. E l’Europa di Ventotene, cari zuppisti, non è neppure la nostra.
L’Europa di Ventotene è una dittatura rivoluzionaria socialista che deve prendere il potere e deve decidere cosa può rimanere privato e cosa no. Teorizzano l’abolizione della proprietà privata e l’abolizione dei monopoli, ma solo quelli decisi da loro, perché sai, si fa presto a dire monopoli. Cos’è un monopolio? Quale confine diamo alla proprietà privata? E chi lo decide?
Insomma, che una persona possa sostenere che quella non è la sua Europa, non mi sembra una bestemmia. Forse, come ieri ha detto Meloni, semmai potrebbe apparire come una bestemmia la reazione che ha avuto la sinistra. Ma basta. Diciamolo: Ventotene non è il nostro manifesto e non lo è neppure una parte della Costituzione, come diceva benissimo Francesco Cossiga. Invece ci rompono le scatole: non solo dobbiamo santificare quel compromesso cattocomunista della Costituzione, parlo per noi liberali, ma adesso anche Ventotene deve diventare intoccabile. E questo nonostante sia una specie di delirio elitario fatto da una serie di intellettuali azionisti.
Si potrà dire che non ci piace? No, oggi Ezio Mauro ci spiega che dal Manifesto trapela un’Europa antitotalitaria. Mi sembra esattamente il contrario: sarà sicuramente antifascista e antinazista, ma assolutamente dittatoriale, come loro stessi peraltro scrivono nero su bianco.
E quando vi raccontano che il manifesto è datato 1941, quindi occorre contestualizzarlo, voi ricordate loro che la Dichiarazione di indipendenza di Jefferson risale alla fine 1700, eppure la si può condividere dalla prima all’ultima lettera.