Essere multati per una scelta che lo Stato ha riservato alla libertà del cittadino. È ciò che sta per accadere ad un milione di ultracinquantenni non vaccinati, i quali saranno sanzionati per una somma pari a 100 euro, recapitata direttamente dall’Agenzia Entrate Riscossione. Attraverso un metodo di governo puramente orwelliano, il ministero della Salute ha inoltrato all’ex Equitalia le generalità e gli indirizzi di tutti coloro che abbiano deciso di non somministrarsi il siero, o che non abbiano fatto la dose booster, tra fine gennaio e metà giugno di quest’anno.
La procedura dovrebbe prendere avvio dal 30 novembre, anche se in molti, soprattutto all’interno della prossima maggioranza di governo, stanno discutendo se sospendere o – ancora meglio – cancellare in toto la misura imposta dall’allarmismo sanitario di Roberto Speranza. La stessa Giorgia Meloni, infatti, ha promesso l’immediata cancellazione delle sanzioni, a partire dal piano di tregua fiscale e dal taglio delle cartelle esattoriali, stilato dalla coalizione di centrodestra. La decisione dovrebbe già arrivare nella conversione in legge del pacchetto di aiuti da circa 15 miliardi di euro, per poi occuparsi della nota di aggiornamento al Def, ai fini della stesura della nuova legge di bilancio.
L’immediata eliminazione di questa misura rappresenterebbe il principale stacco tra quello che è stato l’ultimo biennio pandemico, fatto di restrizioni, green pass ed obblighi statalisti, rispetto ad un’impronta finalmente liberale, almeno in tema di tutela della salute. È vero che, ormai, la pandemia è giunta alla sua fine naturale (e quindi la rimozione di qualsiasi restrizione dovrebbe essere una precondizione fondamentale per il futuro esecutivo); ma è altrettanto vero che, ad oggi, rimangono ancora alcune misure di compressione della libertà personale, come l’obbligo di quarantena per i positivi, compresi i casi asintomatici, e che il governo di centrodestra dovrebbe eliminare prontamente.
Una politica pandemica che, anche agli sgoccioli del governo Draghi, sembra non voler tramontare mai; non voler abbandonare il conclamato “modello cinese”, che ha portato l’economia a sprofondare di nove punti percentuali nel 2020, che si prepara a cadere in recessione il prossimo anno, causa combinato disposto con inflazione e crisi energetica.
Il primo step del governo Meloni potrebbe essere questo: ridare la libertà di tre anni fa a tutti i cittadini, indipendentemente dalla scelta discrezionale da loro compiuta sulla vaccinazione anti-Covid. Una precondizione che, nei fatti, si tradurrebbe come un dolce addio a Speranza ed ai virologi da salotto. Finalmente.
Matteo Milanesi, 14 ottobre 2022