“Noi costrette a spogliarci”. La polizia smentisce tutto: “Ecco la verità”

8.8k 74
attiviste questura brescia

Accuse pesanti, insinuazioni pericolose. E la sinistra subito pronta a cavalcare. Giornata turbolenta ieri a Brescia, dove un’attivista di Extinction Rebellion – organizzazione gretina molto in voga – ha denunciato di essere stata costretta, insieme ad altre manifestanti, a spogliarsi e a eseguire piegamenti in Questura dopo il fermo legato all’azione di protesta davanti alla sede di Leonardo organizzata insieme a Ultima generazione e Palestina Libera. Addebiti pesanti, dicevamo, soprattutto senza prove.

“Mi sono sentita molto spaesata, con le spalle al muro, quasi paralizzata”, ma nonostante questo quando mi hanno chiesto “di abbassarmi i pantaloni e fare i piegamenti sulle ginocchia, mi sono rifiutata. E sono molto felice di averlo fatto, perché se lo avessi fatto sarebbe stato emotivamente e psicologicamente molto più pesante” il racconto della giovane all’Adnkronos. Secondo quanto ricostruito, sarebbero sette le ragazze a cui è stato chiesto di spogliarsi e fare piegamenti sulle ginocchia. E attenzione: loro stesse assicurano che le perquisizioni sarebbero comunque avvenute in stanze separate, alla presenza di sole agenti donne.

“Quando sono entrata, mi hanno chiesto di togliermi i vestiti. Ho chiesto il motivo e mi hanno risposto che si trattava della loro normale procedura di perquisizione, che in qualsiasi caso dovevo farlo e che se mi fossi rifiutata, lo avrebbero fatto loro” ha proseguito l’eco-attivista, sottolineando di essersi sentita molto spaesata. La ragazza avrebbe tolto le scarpe, il maglione e mostrato cosa aveva sotto i pantaloni. “Poi volevano che mi abbassassi le mutande e facessi i piegamenti. Io sono rimasta quasi paralizzata e ho detto ‘no, non voglio’. Hanno un po’ insistito, ma alla fine hanno lasciato perdere“, ha aggiunto.

Il racconto dell’attivista di Extinction Rebellion è stato immediatamente condiviso e rilanciato dalla sinistra. Il Pd non ha perso tempo nel presentare un’interrogazione parlamentare al ministro degli interni Piantedosi per conoscere nei tempi più rapidi possibili, quanto realmente accaduto nella questura di Brescia, “non essendo possibili zone d’ombre o incertezze in una situazione di tale importanza”. Sulla stessa lunghezza d’onda Avs, il partito di Bonelli e Fratoianni, che con Marco Grimaldi ha parlato subito “di abusi” di cui “dopo il 2001 ne abbiamo abbastanza”, mostrando contrarietà per le “denunce arbitrarie, che regolarmente cadono davanti al Pm e dei fogli di via elargiti a chiunque manifesti”.

Leggi anche:

Non è tardata però ad arrivare la presa di posizione della Questura di Brescia, che ha fatto chiarezza su quanto accaduto e cancellato qualsivoglia sospetto. “Ricostruzioni infondate, rispettate le procedure. Sempre tutelata la dignità delle persone” la posizione delle autorità su quanto denunciato – verbalmente non attraverso atti giudiziari – dalle attiviste di Extinction Rebellion. Dopo aver ripercorso i motivi del fermo, gli attivisti sono stati accompagnati in questura per gli adempimenti di polizia, consistiti nella redazione di numerosi atti quali: elezione di domicilio, verbali di perquisizioni personali, verbali di sequestro materiale, nomina di difensore, notifica dei provvedimenti amministrativi. Poi la conferma delle perquisizioni: “Si è proceduto alle perquisizioni personali tenuto conto delle azioni poste in essere dai manifestanti e per salvaguardare l’incolumità degli operatori di Polizia. Nel corso delle singole perquisizioni, svolte da personale femminile per le donne, è stato chiesto di effettuare piegamenti sulle gambe al fine di rinvenire eventuali oggetti pericolosi. In ogni momento è stata salvaguardata la riservatezza e la dignità delle persone e sono state seguite le corrette procedure operative”.

Nella nota, la Questura ha tenuto a precisare che alle attiviste è stata consentita la consumazione del pasto e ai vari interlocutori, tra cui un avvocato e un consigliere comunale, richiedenti notizie sulla situazione dei manifestanti, in modo trasparente ed esaustivo sono state fornite notizie. “Visto il numero dei manifestanti presenti in Questura nonché l’atteggiamento poco collaborativo degli stessi la stesura degli atti si è conclusa alle 18:30 circa” si legge ancora: “L’autorità giudiziaria è stata costantemente informata dell’attività di polizia posta in essere. Dunque è sempre stata tutelata la dignità delle persone e le procedure sono state rispettate”.

Franco Lodige, 15 gennaio 2025

Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis).

Ti è piaciuto questo articolo? Leggi anche

Seguici sui nostri canali
Exit mobile version