Politica

Nomine Ue, Giorgia Meloni ha detto no

Il premier si è astenuto su von der Leyen e ha votato contro Costa e Kallas: “Proposta sbagliata nel metodo e nel merito”

UE Meloni Ursula © urbazon tramite Canva.com

Nessuna sorpresa purtroppo, la tracotanza ha avuto la meglio sul buonsenso, il voto dei cittadini europei è servito a poco. Ieri sera è arrivata la fumata bianca del Consiglio europeo al pacchetto di nomine per i vertici Ue del prossimo ciclo politico: i I leader hanno approvato i nomi della popolare Ursula von der Leyen per un bis alla Commissione europea, del socialista portoghese Antònio Costa alla presidenza del Consiglio europeo e della premier estone Kaja Kallas per il posto di Alta rappresentante Ue per la politica estera. In altri termini, ha ricevuto l’ok la proposta decisa a tavolino da Ppe, Pse e liberali.

Qualcuno si meraviglierà dell’affluenza in calo tra cinque anni, ma effettivamente a cosa serve andare a votare se poi decidono sempre gli stessi? Come è possibile riproporre certi profili dopo la grande avanzata della destra? L’Italia ha tenuto la barra dritta: il governo guidato da Giorgia Meloni ha ribadito la propria contrarietà al metodo seguito nella scelta da parte dei negoziatori Ppe, S&D e Renew esprimendo voto contrario ai candidati a Presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa e a Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la politica di sicurezza, Kaja Kallas. Discorso diverso per la nomina di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione europea, per la quale si è deciso per un voto di astensione nel rispetto delle diverse valutazioni tra i partiti della maggioranza di governo, e nell’attesa di conoscere le linee programmatiche e aprire una negoziazione sul ruolo dell’Italia.

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“La proposta formulata da popolari, socialisti e liberali per i nuovi vertici europei è sbagliata nel metodo e nel merito. Ho deciso di non sostenerla per rispetto dei cittadini e delle indicazioni che da quei cittadini sono arrivate con le elezioni. Continuiamo a lavorare per dare finalmente all’Italia il peso che le compete in Europa”, il primo commento di Giorgia Meloni. Il primo ministro ha evidenziato che la proposta formulata nelle segrete stanza non è stata neanche vagamente anticipata da una discussione su quale debba essere il mandato da dare per chi ricopre questi incarichi a seguito di elezioni nelle quali i cittadini europei hanno chiesto una linea nuova per l’Ue. Ma non solo: “La logica che si è voluto imporre è quella maggioranza-opposizione, che non ha alcun senso in questo caso perchè è una logica che si sviluppa nel Parlamento”.

Una cosa è certa, a prescindere dalle nomine Ue l’Italia farà valere il suo ruolo, il suo peso e l’indicazione dei suoi cittadini. Meloni ha rassicurato che a Roma verrà riconosciuto quello che le spetta, non per le simpatie espresse dal governo: “È una necessità per l’Europa lavorare bene con l’Italia. Io mi sono guadagnata il rispetto tra i miei colleghi perché sono abituata a dire le cose come le penso”. Nonostante l’astensione, la Meloni ha ricevuto un segnale di vicinanza dalla von der Leyen: “Sono molto grata per il sostegno del Consiglio europeo. Giorgia Meloni si è astenuta. È molto importante per me lavorare al Consiglio con l’Italia, con tutti gli altri Stati, è un principio che ho seguito sempre”. Seguiranno aggiornamenti.

Franco Lodige, 28 giugno 2024

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