Non crede alla religione green: silenziato il premio Nobel in carica

Il fisico american John Clauser avrebbe dovuto tenere una conferenza per il Fmi. Censurato a causa delle sue posizioni contro il green

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John Clauser censura

Ci sono quei dogmi che ormai non possono più essere messi in discussione. Dopo la proposta del leader dei Verdi, Angelo Bonelli, di introdurre nel nostro ordinamento un nuovo reato di “negazionismo climatico“, ora pure i premi Nobel vengono zittiti solo per non essere in linea con quella che è diventata una vera e propria religione. In fondo, ne parlava chiaro e tondo qualche anno fa il giornalista Giulio Meotti, nella sua opera Il Dio verde (Liberilibri), il quale delineava il tratto ideologico – a volte pure settario – che caratterizzava certi talebani green.

Premio Nobel censurato

Ebbene, la censura questa volta è capitata al fisico americano John Clauser, insignito del Premio Nobel nel 2022, che avrebbe dovuto tenere una conferenza il 25 luglio per il Fondo Monetario Internazionale. Risultata finale? Rinviata a data da destinarsi. La decisione è stata presa dal direttore dell’IMF, Pablo Moreno, e la giustificazione sta proprio nel fatto che Clauser avrebbe voluto contestare alcuni dogmi in materia di “emergenza climatica”.

Critiche che, nel corso di questi ultimi anni, erano già state rivolte dal fisico alla politica climatica di Joe Biden, fino ad arrivare – lo scorso maggio – a definire la propaganda climatica come una “pseudoscienza giornalistica”. Un vero e proprio messaggio tranchant, reso ancora più duro in una dichiarazione congiunta di numerosi scienziati, che raccoglie più di 1.500 firme, tra cui quella del premio Nobel, sul fatto che “non esiste alcuna emergenza climatica“.

Religione green

Si badi bene: nessuno nega che sia in atto un cambiamento climatico, ma rimane più che dubbio il fatto che la causa sia innanzitutto un secolo di capitalismo dell’uomo, in grado di estinguere un pianeta da circa 4 miliardi e mezzo di anni di vita. Posto il fatto che la Terra, ciclicamente, è sempre stata soggetta a mutamenti climatici. Un dato che, troppe volte, i talebani green omettono, così come l’ormai conosciuto PCM, il periodo caldo medievale dal IX al XIV secolo, quando la temperatura era mediamente un grado più alta rispetto a quella attuale.

Per approfondire:

Ma tutte queste tesi, secondo l’ala più radicale del mondo green, dovrebbero essere soppresse nel silenzio, magari con la codificazione di un reato solo per aver cercato di aprire un confronto, una discussione, un dibattito, che esula dalla supina accettazione di formule precotte, quali fossero comandamenti religiosi. Negli Stati Uniti, non siamo ancora arrivati a questo punto, ma in Italia l’idea sta cominciando a prendere piede: ora pure le opinioni possono essere un reato.

Matteo Milanesi, 25 luglio 2023

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