Non è accettabile il corteo per festeggiare il massacro del 7 ottobre

i Giovani Palestinesi organizzano una manifestazione a Roma per inneggiare un atto terroristico che definiscono di “resistenza”

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massacro 7 ottobre

Tutto si può pensare del conflitto in Medioriente, della situazione in Palestina, in Cisgiordania, in Israele. Nonostante le innumerevoli bugie, nonostante le tifoserie di parte, nonostante una storia letta a metà, liberi i “Giovani palestinesi” italiani di accusare Tel Aviv di ogni nefandezza. Free speech is free speech. Però ci sono dei limiti invalicabili, “semplicemente disgustosi”, come fa notare qualcuno. E questa linea rossa è stata superata deliberatamente ieri quando sulla pagina Instagram dell’associazione palestinese è apparso un post ignobile che trasforma il 7 ottobre, giorno di massacro, in una “data di rivoluzione”. Dunque da festeggiare.

“Dopo un anno il valore dell’operazione della resistenza palestinese e della battaglia del ‘Diluvio di Al Aqsa’ è chiaro a tutto il mondo – si legge nel delirante post – Il 5 Ottobre 2024 scendiamo in piazza a Roma per una manifestazione nazionale, per sostenere il popolo palestinese e il suo movimento di liberazione nazionale, per onorare gli oltre quarantamila martiri di Gaza e i suoi combattenti che da un anno lottano senza tregua, per onorare tutta la Palestina che resiste e insorge contro l’invasore e il suo Stato coloniale”.

Probabilmente questo nostro articolo ci varrà un’altra citazione nelle liste di proscrizione del Nuovo Partito Comunista Italiano. O forse Chef Rubio ci citerà in una delle sue minacce, come fatto con David Parenzo e Enrico Mentana. Poco importa. Il punto è che neppure nel più liberale dei Paesi non può non essere quantomeno criticato il fatto che ci sia chi inneggia ad una strage di massa, commessa contro civili innocenti, contro giovani, anziani, donne e bambini, alcuni dei quali peraltro beduini e musulmani. Passino le occupazioni universitarie, gli inni “dal fiume al mare”, le manifestazioni che bloccano le città e tutto il resto. Ma organizzare un corteo nazionale per festeggiare il 7 ottobre, festeggiare le donne stuprate, i civili decapitati, i ragazzi del rave party maciullati, gli ostaggi uccisi a sangue freddo a poche ore dalla liberazione… beh: questo è troppo. Lo fa notare ai Giovani palestinesi anche un utente, tal Jacopo, che pure nella foto profilo manifesta il suo supporto alla causa palestinese ma senza scadere nel macabro sostegno al terrorismo. “Voi siete studenti, dovreste essere la parte pensante della società, la parte critica. E ci siete caduti con tutte le scarpe – scrive – Hamas vuole il sangue dei palestinesi e voi vi dichiarate fieri di stare dalla parte di una mafia di assassini islamisti tagliagole e stupratori. Non siete solo un gruppo malsano di persone incazzate, siete anche pericolosi se ignorate la realtà e le notizie pur di confermare i vostri bias“. Ci limitiamo ad aggiungere che uccidere civili nei loro letti è un crimine di guerra. E lo è anche prendere in ostaggio persone non combattenti, come fatto dai jihadisti, per sotterrarli nei tunnel di Gaza ed utilizzarli come merce di scambio.

Il corteo per onorare il massacro del 7 ottobre ha scatenato le proteste anche della politica. “Provo orrore alla sola ipotesi di una manifestazione in Italia per festeggiare l’anniversario”, fa sapere Giovanni Donzelli, di FdI. “Non è stata una rivoluzione, ma un vigliacco crimine terroristico”. Non c’è altro da aggiungere.

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