Era atteso. E il confronto c’è stato. Alessandro Sallusti contro Massimo Giletti, una settimana dopo lo scontro avuto durante la diretta di Non è l’Arena da Mosca. Ricorderete: il conduttore andò nella capitale Russa, intervistò la portavoce di Lavrov, il direttore di Libero se la prese, definì il Cremlino “una merda” e lasciò la trasmissione. Poi giorni e giorni di polemiche.
Ieri sera i due si sono di nuovo “visti” faccia a faccia. Sallusti ha ribadito di non considerare il palazzo del Cremlino un luogo da adulare, visto che lì sono state organizzate le peggiori nefandezze del mondo. Ha detto di considerare Putin un leader in continuità con i suoi predecessori. Ed ha risposto colpo su colpo alle sollecitazioni del conduttore.
Gli animi si sono un po’ scaldati, anche se non alle temperature della scorsa settimana, quando si è parlato dell’intervista al Maria Zakharova, portavoce di Sergej Lavrov. “Io ero lì per capire”, ha detto Giletti. “Un microfono aperto è sempre utile, ma non c’era bisogno di andare a Mosca”, ha risposto Sallusti. E ancora: “Hai intervistato la portavoce del ministro degli esteri, cosa vuoi che ti dicesse? Non è così che si capisce”. Non la pensa allo stesso modo Giletti: “Quello che ne esce è che loro dicono: voi avete fatto quello che volete in Iraq, Libia, Serbia, e questo in Ucraina dovevate lasciarcelo fare”. Secondo Giletti le parole della Zakharova mostravano la posizione della Russia, e non si trattava di propaganda: “Altrimenti quella dell’Iraq cosa era? Ci hanno fatto credere che c’erano delle armi di distruzione di massa”.
Parlando della Zhakarova, Giletti ha poi aggiunto: “Non mi sembra una cretina“. “A me sì”, ha replicato Sallusti. “Tu dovresti parlare al popolo ucraino e dire: ho capito perché vi ammazzano mogli e figli, sono fatti così arrivederci”. I due non erano e non sono d’accordo. Ovviamente. “Il problema non sei tu – ha concluso però Sallusti – che hai fatto il tuo mestiere. Il problema sono loro. E visto che li ho ascoltati, mi sono convinto che i russi stanno facendo una operazione criminale e vogliono dare la colpa a noi”.