Società

“Non era in ipotermia”. La bimba e i 3 giorni in mare: cosa non torna

Italia commossa dalla storia di Yasmine, la piccola di 11 anni salvata dopo tre giorni in mare da sola. Ma il referto medico racconterebbe un’altra storia

yasmine Immagine generata da AI tramite DALL·E di OpenAI

È sopravvissuta tre giorni in mare, senza acqua e senza cibo, appesa a due gomme, è riuscita a farsi sentire urlando. “Help” il grido disperato alle 3 del mattino per chiedere una mano, un’ancora di salvezza. O forse no. Nelle ultime 24 ore ha tenuto banco la storia della piccola Yasmine, la bimba di 11 anni salvata in mare dal Trotamar III, veliero della ong tedesca Compasscollective, che l’ha avvistata in acqua a dieci miglia dal Lampedusa mentre chiedeva aiuto attaccata a due camere d’aria. I marinai l’hanno raggiunta e tirata su: la piccola sotto choc ma viva, l’unica cosa che conta.

Un salvataggio miracolo, quello della piccola Yasmine, proveniente dalla Sierra Leone. La bimba ha raccontato ai volontari della ong di essere partita dalla Tunisia, per la precisione da Sfax, tre giorni prima. Su quella barca di ferro c’erano 45 persone, compreso il fratellino. Ma a un certo punto il mare  “è diventato troppo più grande di noi”. La barca s’è riempita di acqua ed è andata a fondo, ha aggiunto Yasmine: “Per un po’ siamo rimasti in tre. Tutti attaccati a quel salvagente. Eravamo vicini nel mare. Ci tenevamo. Pregavamo. Ma poi non li ho più visti. Sono rimasta sola”. Ma c’è qualcosa che non torna. E non è da escludere che il racconto della piccola sia buona parte frutto di ricordi offuscati, anche perché in mare è anche semplice confondersi.

Ci riferiamo ai referti medici. I racconti fatti da Yasmine non tornerebbero, in quanto non si incastrerebbero con i dati di fatto oggettivi derivanti dal documento medico stilato dai sanitari del poliambulatorio. Come evidenziato da Agrigento Notizie, la piccola non è risultata essere in stato di ipotermia e dopo appena quattro-cinque ore ha lasciato il Pte ed è stata trasferita all’hotspot di contrada Imbriacola. Tutto ciò è possibile per una bambina – forse – rimasta in acqua per tre giorni nel canale di Sicilia?

La bambina non era in stato di ipotermia, ma in buone condizioni. Era un po’ disidratata, ma non certamente in stato di ipotermia e dopo 4 ore circa ha lasciato l’ospedale”, ha spiegato il dirigente medico Francesco D’Arca, responsabile del Pte della più grande delle isole Pelagie. Il protocollo è chiaro: se Yasmine fosse stata in grave stato d’ipotermia come affermato in un primo momento e testimoniato da diversi giornali, sarebbe stata trasferita con l’elisoccorso in un ospedale di Palermo. Come del resto è già accaduto in passato.

Entriamo nel dettaglio. L’acqua del mar Mediterraneo ha una temperatura che arriva al massimo a 18°. Quindi, secondo gli esperti, la piccola non poteva sopravvivere più di 15 ore. Non sorprende che qualche medico parli di confusione temporale: la bimba potrebbe non essersi resa conto del reale tempo trascorso in acqua e il passare delle ore potrebbe esserle sembrato un’eternità. Ma non è tutto. Al momento, non sarebbero saltati fuori indizi di tragedie del mare: le ricerche stanno continuando e proseguiranno per tutta la giornata di oggi, con la parallela analisi dei monitoraggi eseguiti dalle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza nell’area dove sarebbe avvenuto il naufragio.

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La storia raccontata dai referti medici è dunque diversa da quella raccontata da Yasmine e a ruota da tutta la stampa. Sia chiaro: l’unica cosa che conta è che la bambina stia bene. Mentre per certa stampa non sembra esserci speranza. Ancor prima di accertare la verità, ecco gli editoriali pelosi con l’unico obiettivo di gettare fango sulle politiche migratorie del governo. Sì, perchè i soliti soloni sono riusciti a strumentalizzare questa povera bambina per attaccare la Meloni e il pugno duro sulla gestione dei flussi migratori. Senza vergogna, come sempre.

Franco Lodige, 12 dicembre 2024

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