Piantedosi: “96 donne uccise quest’anno, è emergenza”, questo il titolo di un lancio dell’Ansa, ripreso ampiamente dalla stampa nazionale, in cui veniva riportata una frase ad effetto del ministro dell’Interno. Ora, dato che chi scrive non svolge una qualche attività politica, in cui occorre sempre usare una buona dose di pensiero politicamente corretto, ci siamo presi il lusso, per così dire, di dare una occhiata ai soli, antipaticissimi numeri dalla testa proverbialmente dura.
Se partiamo dal presupposto che per emergenza si intende un fenomeno che emerge, tanto per quantità che per intensità, allora anche il nostro ottimo ministro dovrà riconoscere, insieme ai cantori progressisti delle balle, che in questo caso non esiste alcuna emergenza. Come lo stesso Piantedosi ha ricordato, nell’anno in corso, su 263 persone uccise, 96 sono donne, di cui 82 ammazzate in contesti familiari o affettivi. Ebbene, secondo i dati dell’Istat, nel quadriennio 2013/2016 in Italia si è verificata una media di oltre 150 donne all’anno uccise. Un numero che è andato gradualmente decrescendo, tanto che nel 2023 si è attestato a 120 vittime. Quindi, con tutta probabilità alla fine del 2024 il dato dovrebbe subire un ulteriore decremento, a meno di una clamorosa impennata nelle poche settimane che ancora mancano al 2025.
Ma non basta. In base ad una statistica europea, nel 2017 l’Italia era in coda al numero delle donne vittime di omicidio, con una differenza abissale rispetto a Paesi considerati piuttosto sicuri, tanto per usare una definizione molto in voga tra chi sogna una immigrazione incontrollata. Basti dire che ogni 100mila donne residenti in Lettonia ne venivano uccise 3,7, in Francia 1,74, in Finlandia 1,11, nel Regno Unito 0,75, in Austria 0,72 e nella civilissima Danimarca 0,69. Tuttavia la la lista sarebbe ancora molto lunga, visto che noi nello stesso anno ci contendevamo l’ultimo posto della graduatoria insieme a Grecia e Cipro con 0,42 vittime femminili ogni 100 mila donne residenti.
Tuttavia, come è stato per l’orrendo pasticcio del Covid-19, in cui si è pensato di eliminare per decreto la circolazione di un virus endemico da tempo, sembra che la nostra classe politica, essenzialmente per ragioni di consenso – dato che le elettrici sono maggioranza nel Paese – voglia farci credere che sia in qualche modo possibile abolire con i medesimi strumenti delle chiacchiere il male presente nella testa di una minoranza di uomini deviati e violenti. Anche perché, se questi numeri relativamente rassicuranti inducono un po’ tutte le forze politiche ad usare un linguaggio emergenziale, annullare completamente questa tipologia di delitti, altrettanto orrenda anche quando colpisce il genere maschile e quant’altro, rimane l’unica opzione possibile da perseguire.
Una opzione magnifica, ma che su una popolazione di circa 60milioni di anime direi del tutto impossibile da mettere in pratica.
Claudio Romiti, 23 novembre 2024
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