Francesca Fagnani intervista Fedez. Quello che pretende privacy, che invoca privacy, e non perde uno scatto, come ai bei tempi, anzi, adesso, rinvigorito dalla libertà, pure meglio. È per la privacy che va in viaggio con papà sulla nuova Ferrari da 250mila euro e lo fa sapere a tutti, per la privacy e per le politiche sociali. E ovviamente sempre per la medesima privacy va a sviscerarsi come un gamberetto sgusciato a Belve e qui tocchiamo vertici siderei, celestiali, livello poeta Zingarelli da Cerignola, “una metropoli vicino a Canosa”, il vate di Lino Banfi preside, mai abbastanza citato: “Per sfuggire dal mondo ai tristi mèli, [si] vola in alto con un colpo d’èli, lasciando a terra gli striscianti mostri, l’anima de li meglio mortècci vostri”.
Ed è subito lacrima. Che dice il rapper di Orietta Berti? Eh, beh, tanto per cominciare apre col botto. Un botto, uno scroscio, un temporale di pianto. Fedez, quando non è di tracotanza consumistica, sta sempre a piagne, ma bisogna capirlo, sarà la depression. Non si capisce bene perché, ma se neanche la super Ferrari, il nuovo tugurio da 400 metri quadri, la svacanza a Miami riescono a lenire, dev’essere una cosa grossa. Eccolo che butta a fontana, come la Carrà di Gianfranco d’Angelo, ricordate?, mentre, sniff, sniff, si lascia andare, “con ironia ma anche con irritazione, su tutti gli argomenti che hanno segnato la sua vita”.
Qui, nel meraviglioso pianeta influencer che butta tutti nel mischione, Emma Bonino, Emma Marrone, Fedez, papa Francesco, Paola Egonu, terroristi dell’Isis, santi uomini di pace, Santori, Ginevra Bompiani e chi più ne ha più ne centrifughi, qui, in questo circo della vanità, Circo Influencer, tutto imbroda e tutto fa brodo, lacrime, irritazione, “con ironia”, “con utopia”, “con humor”, “nun ce sta più, è finito, ce metto un sorso de Fernet, va bene uguale!” (sempre a Lino Banfi siamo, i cinefili più raffinati se ne saranno accorti).
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Di che parliamo col Fedez riflessivo, attivo, mediopassivo? Eh beh, di Chiara, sob, sigh, “Ha influito il caso Balocco nella crisi? Eh, sì, sì”. Come faccia un pandoro in odor di truffa (sui crani lucidi dei bambini oncologici, questo vada sempre ricordato), non ho detto muffa, ma truffa truffa truffa, almeno per la magistratura, a frantumare una solida coppia influencer che condivideva tutto dai baci alle ecografie, resta un mistero misterioso: non era freschissimo, il pandoro, come le vongole veraci, sempre di Lino Banfi? Respira, il pandoro, respira! Eppure gli è rimasto sullo stomaco, a tutti e due.
Oddio, magari una coppia normale, avrebbe potuto sì sfasciarsi per questo, se io scopro che mia moglie con la scusa della beneficenza si assegna un milione d’ingaggio fingendo di devolvere chissà che ai piccoli malati tragici, e per di più, una volta sgamata, non sa che indossare una costosissima vestagliona griffata e fanfalucare di “errore di comunicazione”, non solo mi vergognerei come un ladro, ma le balle mi girerebbero come un’elica; per questi qua, però, il busillis è molto nel business, fuga degli sponsor, crollo dei fatturati.
Quando finisce un amore, cantava Cocciante. Già: quando è finito?, domanda Fagnani; ed è subito petalosità, il Fedez “si lascia andare a commovente confessione sulle molte ragioni che hanno portato a questa sofferta decisione”. Comunque commovente per chi? Per Fedez, iiih, iiih, sniff, spetta che mi sciugo un attimo. Fagnani: vi siete traditi? E lui, subito ringalluzzito, roboante, ribollente, più galletto d’un Ghali: “Ecco, mi fai smettere di piangere”, roar, “Perché fino a che ero sposato, ero gay, era tutto finto, era tutta una copertura, ora mi mollo e mi piace la figé… Così di punto in bianco?”.
Che vi dicevo io? Si vola in alto con un colpo d’èli. Scusa, ma eri tu che slinguazzavi Rosa il Chimico, poi se tante voci ti inseguivano, oh, con chi te la pigli, ragazz* miə? La verità è che, dicebamus supra, tutto fa brodo e non c’è uno di voi che non ci giochi: omosex? No, macché; fluido. Moderno, mamma, ecco: moderno! (Moderno un par de palleeee!).
“Nell’intervista il rapper parla anche della sua adolescenza irrequieta e dei suoi trascorsi con la droga. E alla fine rivela: ‘Ho tentato il suicido a 18 anni’, uno degli effetti delle droghe che prendeva, spiega”. Sigh, sigh. E poi spazio al rapporto turbolento con la politica e alla sua confessione sull’altra recente separazione, che lo ha segnato in questi mesi: quella dal suo ex socio e amico Luis Sal. Rapporto turbolento? Questo, in politica, pare più che fluido, è polisex, come il vecchio Ivan Cattaneo: grillino di complemento, piddino al traino della ex moglie, già in rampa di lancio, poi spezzata da quella grand. Impiccion. Mannar. della Lucarelli.
Certo che finché sbandieri la Ferrari da 250mila tirandotela come un maledetto, e ci vai a fare brumm brumm fino a Rozzano o a Buccinasco, per la nota sindrome del ritorno per poter fuggire, saranno volatili per diabetici (“non sforzatevi di capire: saranno chèzzi amèri!”) di chi pretende di riverginarti a nuova civiltà politica. Da piangere, davvero. Comunque nessuno potrà negare che con l’intervista belvona, il Fedez abbia segnato un nuovo livello, un punto e capo nella sua parabola intellettuale. Quantum mutatus ab illo!, che non sapeva ki kazz fosse Strehler, e lo irrideva. Adesso è tutta un’altra cosa. Adesso, sono stille di consapevolezza, singulti di coscienza. La coscienza di Fedez. A pensarci, vien da struggersi, da strangugliarsi, da sciogliersi in lacrimoni di felicità.
Max Del Papa, 9 aprile 2024
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