Nel corso dei funerali della povera Giulia Cecchettin, a cui ha partecipato una folla oceanica, con una folta delegazione politico-istituzionale e un gran numero di membri delle forze dell’ordine, abbiamo ancora una volta toccato con mano l’effetto distorsivo che riesce a creare il mondo dell’informazione, alias quinto potere. Così come avvenuto nei lunghi anni della pandemia, anche in uno dei casi criminali, l’omicidio di una donna ad opera del proprio partner, su cui si specula moltissimo sul piano politico, soprattutto a sinistra, il circo mediatico è riuscito a ingigantire a dismisura il fenomeno, che in realtà ci vede agli ultimi posti in Europa, trasformandolo in una questione di vitale importanza nazionale.
Ed in questo desolante quadro, in cui il dibattito è fortemente inquinato dal timore di essere additati da fiancheggiatori del becero patriarcato solo, come accadeva durante la pandemia, per azzardarsi ad esprimere dubbi e perplessità in merito alla narrazione dominante, spuntano i professionisti del femminismo rancoroso, se così lo vogliamo definire. A tale proposito, val la pena di citare l’istruttivo rimprovero che, proprio mentre si celebravano i citati funerali, si è preso il David Parenzo, conduttore de L’aria che tira, in onda su La7, da Laura Boldrini. Il fatto è accaduto in diretta e rivela una visione della democrazia, espressa chiaramente dall’ex presidente della Camera, che ricalca in pieno il modello distopico magistralmente descritto da George Orwell nella sua Fattoria degli animali. Un modello che, come si legge alla fine del libro, porterà a trasformare il principio di uguaglianza nel celebre: “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.”
Intervenendo sul tema del femminicidio, la Boldrini ha sparato una prima bordata contro il governo Meloni, proponendo una forma di rieducazione collettiva di stampo maoista: “È importante a scuola fare la formazione, l’educazione sessuale e affettiva obbligatoria – ha dichiarato perentoria l’esponente del Pd -, altro che i progettini di Valditara.” A questo punto, Parenzo voleva introdurre nella discussione alcuni punti di vista espressi in merito dal generale Vannacci, scatenando la furiosa reazione della Boldrini, la quale lo ha così interrotto bruscamente: “Vabbè, però abbia pazienza. (Vannacci ndr). È un generale, non un politico. Perché me lo chiama in causa come un politico. Quello è un generale, scusi. Non dovrebbe entrare nel dibattito politico, abbia pazienza. Quindi, portarlo qui come un autorevole commentatore…” .
In questo caso, la frase lasciata incompiuta dalla stessa Boldrini, non lascia pochi dubbi sulla sua idea di democrazia, nella quale solo gli specialisti autoproclamatisi del bene comune hanno il diritto di esprimere una opinione, sempre molto politicamente corretta. Altrettanto sconcertante è parsa la reazione contrita del buon Parenzo il quale, sebbene fosse sostanzialmente in linea con le posizioni emergenziali di matrice progressista, ha fatto come il famoso Fracchia, chinando letteralmente il capo di fronte ai rilievi al veleno della Boldrini.
D’altro canto, quest’ultima, al pari da tanti altri personaggi della stessa area politica, che vivono un po’ di rendita sul tema infinito della parità di genere, non possono certo permettere ad un generale qualsiasi di discettare nel loro terreno di caccia, dove incontrano da sempre qualche anima bella da arruolare nel loro variopinto esercito di utili idioti da portare in piazza, con tanto di trombette, fischietti e striscioni di libertà molto sinistra.
Claudio Romiti, 5 dicembre 2023