Politiche green

Non può essere l’Ue a decidere quando ristrutturo casa mia

La direttiva “case green” dell’Ue? Robe da pazzi. E il caso caldaie insegna: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio

© alphaspirit.it e Yaroslav Danylchenko tramite Canva.com

Questa nuova direttiva delle case green è una cosa da pazzi. Ne parlano un po’ tutti quanti i giornali dopo il via libera di ieri da parte del Parlamento europeo. Ricordatevelo e segnatevelo: in Europa hanno votato “no” solamente Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.

Cosa dice questa direttiva? Prevede che dal 2026 al 2030 dovremmo ridurre del 16% il consumo energetico delle nostre case “usate”, mentre quelle nuove dovranno essere costruite a impatto zero di CO2 dal 2030. È una roba che mi fa venire il sangue al cervello, soprattutto perché queste cose si traducono in un botto di soldi che i proprietari dovranno mettere di tasca propria per adeguare le loro case alle direttive europee.

E se questa specie di incubo secondo cui il mondo sta finendo fosse un’esagerazione? E se ci stessimo sbagliando, un po’ come successe negli anni 70 sul raffreddamento del pianeta? Noi intanto paghiamo, poi si vedrà. È pazzesco.

Nel frattempo, hanno eliminato i benefit sulle caldaie. Quindi noi abbiamo speso 100 miliardi per il bonus 110%, che prevedeva anche il bonus per le caldaie, e poi l’Europa ci dice “avete fatto una scemenza, avete messo negli ultimi 2-3 anni delle caldaie che non devono essere incentivate”. D’altronde loro vogliono delle case completamente green e farci rottamare quelle in cui noi abbiamo speso una barcata di soldi fino ad ora.

Nicola Porro, dalla Zuppa di Porro del 13 marzo

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