Cronaca

“Non sei mai venuto”. La toccante lettera con cui don Patriciello distrugge Saviano

Ecco la lettera scritta dal parroco di Caivano allo scrittore che aveva criticato il modello ideato dal governo Meloni

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Pubblichiamo in formato integrale il post scritto da don Maurizio Patriciello rivolto a Roberto Saviano che, parlando con LaPresse, aveva puntato il dito contro il “fallimento del modello Caivano”.


Gli ultimi tre orribili omicidi avvenuti a Napoli dovrebbero bastare per farci diventare più intellettualmente onesti, pensosi, umili; più veri.

Dovremmo tutti arrossire di vergogna e chiedere perdono ai ragazzi per le ruberie perpetrate negli anni da politici che hanno pensato a riempire solo le loro tasche. Per lo spreco – enorme – di denaro pubblico. Per non essere stati in grado di bloccare le tonnellate di droga che hanno invaso la Campania e l’Italia. Per avere costruito impensabili quartieri con materiali fatiscenti per ammassarvi migliaia di persone lasciandole poi in balia di prepotenti e camorristi.

Guarire una persona influenzata è facile. Richiamare in vita un ammalato grave è cosa molto più complessa. E Parco Verde, il centro sportivo ridotto a un immondezzaio puzzolente, il comune di Caivano sciolto per la seconda volta per infiltrazione mafiose, il dramma ambientale e sanitario, i mille clan della camorra che ci angariano da sempre, la disoccupazione atavica che affligge la nostra terra, il lavoro in nero, l’evasione scolastica, la pigrizia di tanta gente “buona” che non disdegna di insozzare e occupare strade e marciapiedi, meriterebbero un’analisi più onesta, più severa. Per amore di questo nostro popolo bistrattato occorre andare al di là degli slogan e degli stereotipi. Invece.

Roberto Saviano scrive che “gli omicidi dimostrano il fallimento completo del modello Caivano”. Falso. Caro Roberto, sono passati quasi 20 anni da quando – sconosciuto giornalista – venisti al “Parco Verde” per scrivere dell’omicidio di un nostro ragazzo di 15 anni. Quel racconto finì nel tuo libro “ Gomorra”. Da allora – lo sai bene – ti ho invitato tante volte a ritornare. A dare voce alle nostre voci. Non lo hai mai fatto. Non sei mai venuto. In questi 20 anni – pensa a quanti governi si sono succeduti e da chi erano formati – le cose sono andate di male in peggio. Non poteva che essere così. Lasciato a se stesso il degrado peggiora; l’ammalato si aggrava e muore.

Ho chiesto aiuto a tutti. I colori politici non mi hanno mai impressionato. Sono un prete. Un uomo libero. I rischi di essere frainteso e deriso ci sono. Pazienza. Il presidente del Consiglio dei ministri della nostra Repubblica, l’anno scorso, ha accolto il mio invito. È venuta. È ritornata. Quel che è accaduto a Caivano è sotto gli occhi di tutti. Di tutte le persone oneste che vogliono vedere. Certo, è poca cosa rispetto al gran lavoro che dovrà essere fatto. I miracoli li fa Dio. La bacchetta magica ce l’ha la fata. Nessuno ha mai creduto che in un solo anno, un luogo dove – parola di Vincenzo De Luca – “lo Stato non c’è. Punto” sarebbe diventato il paradiso terrestre. Si sta lavorando. Con fatica.

Avrai saputo che “ Parco Verde” non è più una delle più grandi piazze di spaccio d’Europa. Qualcosa si muove. Giorgia Meloni ha risposto al mio appello. Un merito che altri, prima di lei, non hanno voluto o potuto prendersi. La verità è limpida come l’acqua di sorgente. Se vuoi bene al tuo popolo, non remare contro. Si perde solamente tempo. Lascia che lo facciano i politici di professione. Noi, preti, giornalisti, scrittori, intellettuali, dobbiamo essere capaci di stare al di sopra delle parti. Essere coscienza critica. Sempre con le mani pulite. Viceversa, non saremmo credibili.

No, Roberto, gli ultimi omicidi non dimostrano affatto il completo fallimento del modello Caivano, ma sono il frutto avvelenato e velenoso di decenni di disattenzione verso il dramma della camorra, della terra dei fuochi, delle problematiche giovanili, delle nostre bistrattate periferie. Ti auguro ogni bene. E ti invito ancora una volta a ritornare al “Parco Verde”. Dio ti benedica.

Padre Maurizio Patriciello

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