Le categorie di politici e commentatori progressisti sul caso Prodi sono tre, più o meno.
La prima, la più folta, è quella che dal momento zero ha sposato la linea Enrico Letta (“IostoconRomano) infischiandosene della versione fornita dalla giornalista Lavinia Orefici e sostenendo, di fatto, che con le sue domande “provocatorie” se la sarebbe cercata. Di loro ci siamo già occupati qui e, sinceramente, insistere oltre significherebbe dar loro troppo spazio.
La seconda è quella dei muti, nel senso delle persone che hanno perso la parola e che sono rimasti in silenzio sia prima che dopo la pubblicazione del video che sbugiarda definitivamente la bufala di Romano Prodi sulla “mano sulla spalla”.
La terza è quella a cui appartiene Laura Boldrini la quale, oggi, durante l’Aria che tira, ha sì espresso solidarietà alla cronista ma solo dopo aver visto il filmato mandato in onda a Di Martedì. E questa è forse la categoria peggiore, perché è composta da coloro i quali hanno cercato in tutti i modi di mettere sotto il tappeto la polvere sperando che non uscisse un frame chiaro ed evidente della mascalzonata dell’ex premier. E attenzione. Intanto era impossibile che non uscisse qualcosa: lì intorno c’erano almeno sei telecamere e solo un miracolo, o una seduta spiritica molto potente, avrebbe potuto salvare Prodi dall’evidenza. Ma soprattutto: c’era davvero bisogno del video di La7? Davvero Laura Boldrini e company, regine della lotta femminista, quelle che ‘la donna va sempre creduta’, non potevano banalmente accettare la versione di Lavinia Orefici, peraltro supportata dai video di Quarta Repubblica e Agorà?
Francesco Giubilei ha provato a spiegarlo all’ex presidente della Camera. Guardate il video.
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