Ci mancavano le perle pauperiste di Tiziana Ferrario. Sembra che all’ex anchorwoman del Tg1, con il cuore a sinistra e il portafoglio (parecchio) a destra, non sia andato giù che il pilota Ferrari Carlos Sainz indossasse un orologio da polso dal valore di quasi mezzo milione di euro. Derubato da tre giovani di nazionalità marocchina davanti all’hotel Armani di Milano la sera del 3 settembre, Sainz è riuscito a rincorrere i malviventi e a catturarne uno nella centralissima via Pietro Verri. Gli altri due facinorosi sono stati bloccati dai membri del suo staff.
La colpa? È di Sainz
Tutto è bene quel che finisce bene. Ma non basta. Secondo Ferrario, infatti, la tentata rapina sarebbe da attribuire al comportamento sconsiderato del pilota di Formula 1. Dura la reprimenda della giornalista: “(…) mi stupisce che ci sia un uomo che gira con 500 mila euro al polso senza provare alcun imbarazzo. Essere una persona di successo che guadagna tanto non comporta l’esibizione della propria ricchezza… questione di etica. #ItalianGP #Sainz”.
Dopo aver scatenato polemiche sui social, Ferrario ha cancellato il tweet ma non ha voluto demordere: ha rincarato la dose scrivendo un secondo commento. La toppa è peggio del buco: “Sponsor o no, non si gira con un orologio da 500 mila euro al polso. È questione di etica anche per un pilota Ferrari. Ho tolto il post precedente perché dalle reazioni ho visto che sviava il senso del mio ragionamento”. Giuseppi, sei tu? I toni adottati da Tiziana Ferrario non divergono troppo dai pour parler demagogici dei parlamentari grillini.
Vizi sinistri
Capito? Anziché esprimere preoccupazione per l’insicurezza che attanaglia Milano, Ferrario preferisce concentrarsi sulla critica alla presunta ostentazione del lusso. Da che pulpito viene la predica: l’ex volto del TG1 può vantare (meritoriamente) uno stipendio annuo lordo pari a 238 mila euro. Ma lasciamo ai pentastellati i sermoni su quanto sia disdicevole il denaro guadagnato lavorando e impegnandosi. Per quale motivo certa intellighenzia nega la realtà e si ostina ad attaccare chi è benestante? Perché determinati accessori sarebbero anti-etici? Perché gli animatori dei salotti che piacciono continuano a sindacare le scelte legittime altrui? Semplice: buona parte della sinistra (ex, neo o post comunista) detesta la libertà individuale – purché non sia la propria. Persino quella di indossare l’orologio da polso più gradito.
Lorenzo Cianti, 5 settembre 2023