“Non si permetta, sono arrabbiato”. L’imbarazzante Conte rinnega Salvini e s’infuria

“Non ho mai condiviso quella propaganda” dice Giuseppi. Ma dimentica le foto sorridenti col cartello #decretosicurezza

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Conte decreto sicurezza salvini

Archiviato il processo con l’assoluzione di Matteo Salvini, il caso Open Arms ha acceso il duello tra il vicepremier e il suo “ex premier” Giuseppe Conte. Soddisfatto per la sentenza del tribunale di Palermo, il segretario federale della Lega non ha lesinato stoccate al leader del Movimento 5 Stelle, alias “lo smemorato”: “Di lui mi interessa poco. Non sono abituato a fuggire dalle mie responsabilità a differenza di altri e quando faccio una cosa ci metto la faccia, non sono abituato a cercare capri espiatori o colpevoli”. Una stilettata comprensibile, considerando l’incredibile comportamento di Conte in relazione al processo. Salvini ha sempre sostenuto di aver agito in linea con il governo di cui faceva parte nell’estate 2019, mentre l’autoproclamato avvocato del popolo ha rinnegato il lavoro fatto insieme. Fino a rinnegare se stesso.

Ospite di In Onda, ambiente tutt’altro che ostile, Conte è tornato alla carica contro Salvini e gli è stato fatto passare qualsiasi cosa. Dopo aver marchiato i decreti sicurezza come roba “da destra reazionaria”, Giuseppi ha ripercorso quanto accaduto in relazione al caso Open Arms ma non solo: “Ricordo che nel gennaio 2019 c’è stata anche un’altra vicenda, Sea Eye e Sea Watch. Decine di migranti erano al largo delle coste di Malta, era una situazione anche critica. Salvini dice: ‘Non li faremo mai sbarcare in Italia’. In una condizione critica, risposi – ci sono le mie dichiarazioni pubbliche: ‘Salvini dice che non li farà sbarcare? Andrò io, li prenderò con l’aereo e me li porterò’. Non vorrei che oggi a distanza di tempo io venga accusato oggi in tutto e per tutto di aver condiviso la propaganda, non la politica, dei porti chiusi”.

Conte ha precisato di non voler rinnegare quello che ha fatto – in realtà lo fa da quattro anni, per lisciare il pelo alla sinistra questo e altro – ma ha stroncato la politica dei porti chiusi senza mezzi termini: “Questa è una formula di Salvini, che gli ha consentito di crescere, propaganda. Sicuramente non abbiamo detto che c’è un’accoglienza indiscriminata, però di fatto i porti non sono mai rimasti chiusi, perché è impossibile chiuderli. I porti sono rimasti aperti perché di fatto, c’era il sottoscritto che chiamava Merkel e Macron, ottenendo la solidarietà di tutti gli europei per avere la redistribuzione. Cosa che Meloni non sta riuscendo a ottenere, perché la propaganda non porta a nulla”.

E ancora: “Sul mettere la faccia, nessuno si può permettere di fare battute. Io ci ho sempre messo la faccia. In alcuni articoli si allude che io mi sarei vendicato di Salvini, sono ricostruzioni imbecilli. Io non dispongo di nessuna sintonia con il potere giudiziario, sono andato davanti a tutti i giudici e mi sono sempre difeso senza mettere in discussione il loro potere”. Conte si è detto “arrabbiatissimo”: “Salvini va a parlare di smemorato. Non si deve permettere. Da presidente del Consiglio ho scritto due volte a Salvini mettendolo in guardia. È Salvini che fa lo smemorato”.

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Basterebbe la semplice cronaca per mettere in imbarazzo Conte, non sarebbe la prima volta, anzi. Ma ci sono alcune castronerie che non possono passare inosservate. La prima riguarda la propaganda salviniana. Ma quel politico con il cartello “#decretoSalvini” fotografato da tutti gli operatori in Parlamento non è lui? E’ una controfigura? E’ Dario Ballantini in uno sketch? Oppure è il vero Conte, prestatosi come un manichino alla propaganda del suo ex titolare del Viminale? Ma se vogliamo badare al solo, basterebbe sottolineare che il “decreto sicurezza” è a prima firma “Giuseppe Conte” insieme a Matteo Salvini ed è un atto nato su iniziativa del presidente del Consiglio. Cioè lui, ma forse non lo avevano informato.

 

Ma la figuraccia di Conte trova il suo zenit andando a riascoltare le dichiarazioni in conferenza stampa al fianco di Salvini. Difendendo a spada tratta i decreti sull’immigrazione, il capo politico pentastellato parlò apertamente di “disallineamenti significativi rispetto alle discipline degli altri paesi Ue” e pertanto serviva “un sistema di revisione e riordino per una più efficace disciplina”, che in ogni caso sarebbe rimasta “in un quadro di assoluta garanzia per la tutela dei diritti fondamentali delle persone”. E quindi ecco la sottoscrizione della politica migratoria di Salvini, con tanto di benedizione.

Il vento è cambiato qualche mese più tardi, lo sappiamo. Conte s’è riscoperto progressista, un compagno, sposando il Partito Democratico. Ed ecco quindi i ripensamenti, fino a rinnegare quei decreti sicurezza, ora bollati come roba da “destra reazionaria”. Eppure dovrebbe aver capito che gli italiani non hanno l’anello al naso: basterebbe osservare gli ultimi risultati elettorali del suo Movimento, un flop su tutta la linea.

Franco Lodige, 22 dicembre 2024

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