L’Antitrust ha preso la sua decisione su Vittorio Sgarbi: c’è conflitto di interessi. Una cosa va subito detta. La sua decisione si basa su una lettera anonima pervenuta all’Autorità per il tramite del ministro, di cui Sgarbi è il Sottosegretario dimissionario. Trascuro qualsiasi giudizio sulla vicenda. Dal punto di vista giuridico comunque quella lettera anonima non poteva essere utilizzata come fonte di prova. Il codice di procedura penale è chiarissimo al riguardo all’art. 240.
La prova insomma è inquinata. Credo invece sia difficilmente contestabile il fatto che Sgarbi abbia violato la legge Frattini, la numero 215 del 2004. Posso sbagliare ovviamente, ma quello che mi chiedo è se non sia il caso di ripensare il tema del conflitto di interessi alla luce di quello che sta succedendo.
Mi chiedo: quale danno ha fatto Sgarbi allo Stato continuando da Sottosegretario ad essere Sgarbi? Quale danno ha fatto facendo una lezione o una conferenza sul suo ultimo libro, al limite anche facendosi pagare per quella prestazione? Il vero problema del conflitto di interessi è a mio avviso un altro: ha abusato Sgarbi della sua carica pubblica per scopi privati ? Il vero conflitto di interesse sarebbe aver fatto qualcosa, guadagnandosi persino, sfruttando la carica pubblica ora ricoperta.
Ma non è questo il caso di Sgarbi, Sgarbi ha soltanto continuato ad essere lo Sgarbi che tutti conosciamo, amiamo e odiamo, a seconda dei gusti. Non si può chiedere a Sgarbi di fare il Sottosegretario e non occuparsi di arte, perché l’arte è la sua vita.
Paolo Becchi, 5 febbraio 2024
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