Sulla veridicità delle prime due profezie ogni dubbio è ormai fugato. In merito alle terza, per chi ancora dovesse nutrire dubbi (anche dopo la recente creazione di un’infinità di piccoli movimenti centristi e la rielezione di Mattarella), si rimanda alle dichiarazioni rilasciate lo scorso sabato alla trasmissione Quarta Repubblica – Speciale Quirinale dal Presidente della Regione Liguria e fondatore di Coraggio Italia Giovanni Toti: “Adesso che possiamo dormire sogni tranquilli perché abbiamo un buon Presidente della Repubblica e un ottimo Presidente del Consiglio, dobbiamo lavorare per dare a questo Paese una nuova legge elettorale per creare un proporzionale con uno sbarramento che riporti i partiti a poter dialogare tra loro in alternativa a questo bipolarismo. Vogliamo costruire una forza politica federale che aggreghi tante realtà, locali, regionali e nazionali, sul modello del centro francese, aperto a tutti quelli che ci vogliono stare: da noi alla stessa Forza Italia, dall’amico Matteo Renzi a Carlo Calenda e Clemente Mastella. Tutti possono mantenere la loro organizzazione di partito, ma riuniti in un unico cartello moderato elettorale”.
Una federazione liberale e moderata, europeista ed atlantista, quella invocata da Toti (ma non solo da lui) ispirata, quindi, al movimento politico En Marche, che nel 2017 portò Emmanuel Macron alla presidenza della Repubblica francese. Resta un ultimo interrogativo da chiarire per chiudere il cerchio: chi sarà il Macron italiano dopo le politiche del 2023? Anche in questo caso, ci viene in soccorso l’ex democristiano con l’ultima parte della sua terza profezia: dopo le politiche 2023 la federazione centrista proporrà Mario Draghi come nuovo (vecchio) Presidente del Consiglio. Ad attenderlo sul Colle più alto della politica italiana ci sarà (manco a dirlo) Sergio Mattarella, smanioso di conferirgli l’incarico di formare un nuovo governo.