“Non ti crediamo più”. Macron nei guai: agricoltori di nuovo in piazza

Bufera sull’accordo tra Ue e Paesi del Mercosur: timori per la concorrenza sleale delle grandi aziende agricole sudamericane

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Macron agricoltori

Settimana di fuoco in Francia e per il governo di Emmanuel Macron. Da lunedì scorso gli agricoltori francesi sono scesi nuovamente in piazza per gridare il loro malcontento e per denunciare la prospettiva di un accordo commerciale tra l’Unione europea ed i Paesi latinoamericani riuniti nel Mercosur.

L’accordo iniziato 25 anni fa tra Bruxelles e i paesi dell’America Latina del Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay, Bolivia), riguarda 800 milioni di persone e un volume di scambi di 40-45 miliardi. Le discussioni su questo trattato, bloccate dal 2019, sono riprese negli ultimi mesi e la firma è prevista per il 5-6 dicembre prossimi.

Già provati da un anno segnato dal maltempo e dalla sospensione della legge sull’orientamento agricolo, gli agricoltori francesi, e più in particolare gli allevatori, denunciano quella che considerano una concorrenza sleale rispetto alle grandi aziende agricole sudamericane, che beneficiano di costi di produzione molto più bassi e di standard ambientali meno severi.

I sindacati agricoli francesi temono il ribasso delle tariffe doganali su carne bovina, pollame, zucchero, che metterebbe a rischio la produzione comunitaria di fronte ai giganti sudamericani. Sulle norme sanitarie nella Ue il pericolo arriverebbe invece dall’utilizzo di antibiotici e di pesticidi proibiti in Europa ma molto in uso in America Latina. La mobilitazione è iniziata in maniera massiccia in oltre cento dipartimenti francesi con blocchi autostradali, rallentamenti della circolazione delle auto, rotatorie bloccate da trattori e fuochi appiccati sulle strade.

Non è la prima volta che gli agricoltori francesi fanno sentire la loro voce. Era già successo nel 2023 quando il dissenso del settore agroalimentare era partito a causa di alcune misure pensate dall’allora primo ministro Gabriel Attal per rendere maggiormente sostenibile l’intera produzione agroalimentare, con regole che imponevano la messa a riposo dei terreni per garantire la biodiversità. Quelle misure, temute dai piccoli produttori, non sono state attuate unicamente a causa della crisi di governo che ha sciolto prematuramente l’Assemblea Nazionale.

Da Buenos Aires dove ha incontrato il Presidente dell’Argentina Javier Milei, il presidente della Repubblica francese ha cercato di calmare gli animi affermando che la Francia non “firmerà così com’è” il trattato di libero scambio tra l’Unione europea e il Mercosur, dicendo di voler “rassicurare gli agricoltori” e “continuare” ad opporsi ad esso. Ma è da più di un anno che gli agricoltori non credono più alle sue promesse. Tanto più che Parigi non è in grado di bloccare da sola la firma dell’accordo, a cui sono favorevoli la Commissione europea ed altri grandi paesi europei come Germania, Italia e Spagna.

Cristina De Palma, 20 novembre 2024

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