Norma Cossetto, l’eroina infoibata che la sinistra ignora

I partigiani depredarono la casa della famiglia e lei si rifiutò di entrare a far parte del movimento partigiano. Fu vittima delle Foibe

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Norma Cossetto

La triste vicenda di Norma Cossetto, uccisa barbaricamente ottant’anni fa tra la notte del 4 ed il 5 ottobre 1943, dai partigiani comunisti, non rientra sicuramente nel “politicamente corretto”. Questa storia è stata commemorata unicamente in Parlamento, in un convegno organizzato il 3 ottobre scorso da Alessandro Amorese, Nicole Matteoni, Maurizio Gasparri e Rossano Sasso e ricordata, poi, il 5 ottobre dal vicepresidente della Camera e deputato di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli. La storia delle foibe, si sa, va nascosta perché scomoda per la sinistra italiana in quanto pone in risalto le barbarie e le atrocità poste in essere dai partigiani.

Norma Cossetto, figlia di un dirigente locale istriano del Partito Nazionale Fascista, era una studentessa universitaria di Lettere dell’Università di Padova di 23 anni che stava preparando una tesi di laurea in geografia proprio sul suo territorio, l’Istria Rossa (in quanto ricco di bauxite). Dopo l’armistizio di Cassibile dell’8 settembre 1943, i partigiani depredarono la casa della famiglia di Norma e quest’ultima si rifiutò di entrare a far parte del movimento partigiano, cosa che le comportò l’arresto presso l’ex caserma della Guardia di Finanza di Parenzo. Successivamente, la sorella, Licia Cossetto, ha raccontato che prima che Norma fosse infoibata ed uccisa, la stessa fu sottoposta anche a sevizi e stupri ad opera dei partigiani. Il suo corpo fu trovato e recuperato, privo di vestiti, dopo il 10 dicembre 1943, a seguito dell’occupazione dell’Istria da parte dell’esercito tedesco.

La storia di Norma Cossetto è una delle tante storie di infoibati coinvolti in una razzia storica, di coloro, cioè, che hanno affrontato un’impervia prova senza barattare la propria dignità. Norma è un’eroina, suo malgrado, che ha dimostrato un’accettazione fiera e composta delle barbare violenze dei partigiani, privata, tra l’altro, dei suoi sogni di studentessa universitaria e scaraventata in una realtà di incubi e di morte. Se la realtà partigiana fosse stata realmente giusta, non avrebbe costretto donne come Norma Cossetto a diventare “eroine”.

Non va dimenticato che il massacro delle foibe, avvenuto tra il 1943 ed il 1945, è un evento storico molto importante, spesso volutamente dimenticato dalla sinistra, che ha dato spazio ad una politica riduzionista se non addirittura negazionista. È noto che sulla strage delle foibe vi sia una forte divisione sul modo di leggere i fatti storici. E, talvolta, alcuni autori hanno tentato di dare palesemente una chiave di lettura faziosa della storia. Vicende tristi come quella di Norma Cossetto non vengono ricordate perché scomode per una certa area politica, e solo il centrodestra ha ritenuto opportuno commemorare gli ottant’anni di tale triste evento, come già detto.

Ed è ancora più curioso evidenziare come, qualche giorno prima, sia stato data molta risonanza alle Quattro Giornate di Napoli e all’Anpi, e il Comune di Napoli ha addirittura intitolato ad Antonio Amoretti, ritenuto l’ultimo partigiano delle Quattro Giornate e scomparso qualche mese fa, i giardini di Piazza Quattro Giornate del quartiere Vomero di Napoli. Ma ci sarebbe tanto da dire, a cominciare dal fatto che le Quattro Giornate di Napoli – e, se vogliamo, l’intera Resistenza -, rappresentano un clamoroso falso storico. Ma questo è un altro discorso. Limitiamoci, ora, a ricordare gli ottant’anni dal tragico evento di Norma Cossetto causato dai partigiani, evidenziando, purtroppo, che la storia, spesso, viene letta come la si vuol leggere.

Giovanni Terrano, 9 ottobre 2023

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