Oggi le comiche al ministero della Salute, diretto da Orazio Schillaci, l’uomo che sembra basare la sua linea sulla prudentia di dantesca memoria. Tant’è che dopo la scoperta, in quel di Lucca, di un paziente sospetto proveniente dal Congo, dimesso dopo appena un giorno di ricovero, lo stesso ministero della Salute ha deciso di istituire nientepopodimeno che una task-force per qualunque malattia infettiva ci troveremo ad affrontare, a partire da quella che si presume si stia sviluppando in Congo, sebbene ancora non sappiamo assolutamente nulla sulla questione.
Tutto ciò, come riporta l’Ansa, “è stato deciso, secondo quanto si apprende, nella riunione tecnica di questa mattina fra ministero e Iss”. Questo ennesimo mini-carrozzone, in particolare, sarà composto dalla direttrice del dipartimento Mara Campitiello, capo del Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero, da alcuni rappresentanti di Aifa e Iss. Gli esperti avranno anche il compito di segnalare alle Regioni cosa accade e di dare indicazioni appena ci saranno elementi.
Ora, dopo quello che gli stessi “esperti” ci hanno propinato durante l’epopea del Covid, imponendo ad un popolo rimbambito dalla paura tutta una serie di misure eufemisticamente demenziali, solo il fatto che si riproponga l’analogo meccanismo in modo più ufficiale, attraverso l’introduzione di una task-force, non ci sembra molto rassicurante. Soprattutto ci appare del tutto fuori luogo una tale iniziativa, prendendo a pretesto un evento africano ancora tutto da decodificare e che, come dimostra il caso del “paziente zero” di Lucca, non giustifica il provvedimento adottato dagli uomini di Schillaci.
In questo senso, così come accaduto durante la fallimentare e liberticida gestione del Covid da parte del duo infernale Conte-Speranza, a cui si aggiunse un quanto meno confuso Mario Draghi – ad essere buoni -, mi sembra di intravedere nell’iniziativa uno schema simile, basato sul seguente principio: non conosciamo quasi nulla di una molto presunta malattia mortale, tuttavia facciamo qualcosa tanto per fare, così da dimostrare ai cittadini che stiamo lavorando giorno e notte per salvaguardare la loro salute.
Tanto è vero che ancora adesso, come mi è stato testimoniato da molti operatori sanitari, nei nostri ospedali sono in vigore i demenziali protocolli anti-Covid con i quali, per fare un esempio, si procrastino molti interventi per patologie gravi e gravissime per una semplice positività al tampone, appesantendo la normale gestione delle visite e dei ricoveri ogni qualvolta si registri una tale positività.
Ebbene, in questo desolante quadro in cui, invece di concentrarci sui pazienti, ci balocchiamo in una infinita caccia al coronavirus, ci mancava solo una task-force d’Egitto, o del Congo per meglio dire.
Claudio Romiti, 10 dicembre 2024
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