In fondo è giusto. Che altro è la vicenda di Ilaria Salis, tolta la retorica drammaturgica e mistificatoria, se non una storia da cartone animato? Una stagionata ragazza che gira, gira a spaccare teste (secondo i giudici ungheresi), a “okkupare” tuguri nella sua rivoluzione estetizzante, a sputare addosso alla sbirraglia, a cacciare i nazisti, per dire una irrisolta, una precaria della vita, finché qualcuno non decide che può bastare e la mette in ceppi, ma arrivano le san Vincenzo dell’ambientalismo sovversivo e la fanno eleggere al Parlamento europeo, tempio del sistema liberista e finanziario? E chi può cantarne le gesta meglio di un fumettaro, ma chi glielo ha detto a questo Calcare, Zerocalcare che sarebbe un Raffaello delle graphic novel?
La sua fama si deve unicamente alla militanza e lui si dà da fare nella prospettiva identica di una candidatura, quando sarà. Storia minima e mortificante che delizia gli irrisolti da centro sociale, quelli che vogliono cambiare il mondo, a chiacchiere, perché e solo finché non gli gira giusto: vedrete che la compagna in vestitino balneare ci metterà niente a normalizzarsi, ventimila al mese sono un bell’incentivo per passare dal manganello al bonifico; Ilaria Salis già pretende il Falansterio bruxellese ai suoi ordini: se mi pignorano lo stipendio per i 90mila di arretrato, l’Europa si opponga. Certo, la Ue è lì per quello e per legare i tappetti di plastica alle bottiglie, impedendoti di bere, o per moltiplicare i pani e i pesci delle tasse punitive e paternalistiche.
Intanto c’è il fumetto, anzi la raccolta di fumetti, di operine che Zeroalcare ha dedicato alla compagna Ilaler; lo edita una di queste case nell’alone del sovversivismo romantico, con la seguente giustificazione: “Riuniti in un unico volume tutti i fumetti che Zerocalcare ha dedicato alla vicenda di Ilaria Salis, la militante antifascista che è stata detenuta in Ungheria da più di un anno, e agli altri 19 antifascisti sotto processo. Il libro contiene quattro pagine inedite. Questo fumetto servirà a finanziare, con parte del suo prezzo di copertina (tolta la parte di copertura delle spese), una cassa di solidarietà in supporto ai compagni e alle compagne coinvolti nei processi”.
Tolto il mare di omissioni, di false verità, di interpretazioni al limite del ridicolo, l’operazione sa tanto di beneficenza alla Ferragnez: pura attività commerciale, cioè della politica affaristica e pubblicitaria che gira oggi; è ultraliberismo distillato sotto l’egida dell’antagonismo fumettaro. Ed è giusto così, di questi compagni da bettola e da spedizione punitiva che vuoi dire? Lo stesso Zerocalcare si pone regolarmente come best seller, campione di vendite, accumulatore seriale di ingaggi, di contratti, ha pure fatto una roba ereditaria “Quando muori resta a me” in cui si giocherà pure il lascito psicofamiliare, ma alla fine sempre di soldi si tratta.
La domanda fondamentale è per quale target. Perché dove ci stanno i compagni anticapitalisti, è sempre una questione di target. Insomma chi li legge i raccontini fumettati di Calcare su Ilaler? I fannulloni da centro sociale? I bambini della scuola dell’obbligo, tutti eccitati di avere la maestra famosa a prescindere, immortalata nei cartoni animati? Quelli della ztl milanese che rubano sugli affitti brevi, chattano in memoria delle Brigate Rosse e portano in processione la madonnina del manganello? E ce la portano avendone apprezzato il passaggio di classe, da precaria a redditiera, meglio se con debiti pregressi da non saldare.
Così si fa, compagna! Nostra signorina cartonata del sangue addolorato del nazista catturato. C’è una cosa, i media della sinistra cosiddetta morbida, effemminata, quelli delle chat tra vippetti che poi si trovano alle cene eleganti con la servitù esotica, quelli che fanno la spia sui social a pagamento ma sempre pronti a frignare, sono scatenati nel fornire una immagine edulcorata di Nostra Signora dell’Aler: dal “così fan tutti” ai distinguo pelosi sui debiti alle case popolari, al benaltrismo dell’ “allora gli altri?”.
È la conferma che non esistono sinistre diverse, ma solo sfumature modaiole, estetiche in ragione di un preciso disegno di politica commerciale, in modo da raggiungere tutti i target; ma la sinistra, al di là delle apparenze e dei miraggi, resta unica, resta blocco, rissoso, sconclusionato ma per quella sorta di tara comunista del farsi fuori a vicenda, ma resta identica nei fondamenti e sostiene compatta una cacciatrice di alloggi indebiti da fumetto. L’odio della sinistra, anche verso gli ebrei, discende dritto da Marx e non è diverso, non è minore di quello dei quattro balordi nell’alone di Fratelli d’Italia, della destra in generale. Con la differenza che per loro non ci saranno processi mediatici, affidati a siti gossippari in funzione di interfaccia, ma solo fumetti agiografici.
Speriamo torni a ricordarlo, a convincersene chi di dovere dopo una stagione di potere troppo, troppo tollerante, troppo distratta, troppo conciliante con chi vuole solo farti fuori e non per modo di dire. Vuole togliere di mezzo te, tua figlia, tutto ciò che ti riguarda e non c’è offerta di pace che tenga, non c’è compromesso che serva. Tu andrai bene solo da morta, e forse nemmeno. Per questo esaltano Ilaria Salis. Per la carica di odio forsennato che le attribuiscono, e di cui si drogano.
Max Del Papa, 28 giugno 2024
Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis).