Economia

Nucleare, il gioco dei pazzi in Ue (che peserà in bolletta)

La guerra in Ue contro il nucleare di Spagna, Lussemburgo e Austria. Ma qual è l’alternativa?

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Mi son convinto che ai piani alti della Ue stanno giocando al gioco dei pazzi. Sì, quello che giocavamo da bambini. Non riesco ad indovinare però la loro pazzia. Aiutatemi voi. Dunque, lo scoop del 21 gennaio è questo (copyright Ansa): «Spagna e altri tre Paesi europei dicono no a dare etichetta verde al nucleare e al gas».

Allora vediamo un po’. La Spagna produce oltre il 22% della propria elettricità dal nucleare. Il gas, invece, contribuisce per un quarto al fabbisogno spagnolo sia di energia primaria che di energia elettrica. Lo spagnolo che in Ue avrebbe tuonato contro il nucleare e contro il gas lo sa? Mah.

Incuriosito mi son chiesto chi fossero questi altri importanti Paesi. Eccoli: Lussemburgo, Austria e Danimarca. Effettivamente il Lussemburgo coi suoi 600.000 abitanti è importantissimo. Però hanno detto al loro portavoce in Ue che, quanto a energia, si nutrono per il 96% di petrolio, carbone e gas? Boh.

L’Austria, effettivamente, ha le sue ragioni: essa ha in costituzione che il nucleare non lo vuole vedere neanche dipinto e, d’altra parte, hanno la fortuna di poter produrre la loro elettricità dall’idrico per ben il 62%. Non vogliamo chieder loro perché non lasciano in pace gli altri che quella fortuna non hanno, però gli rammentiamo che anche loro si servono del gas per un quarto del loro fabbisogno energetico.

Infine c’è la Danimarca, che è vero che non usa nucleare e che il gas lo usa per appena il 15%, però produce elettricità da carbone per il 15% e – udite, udite! – dal petrolio per il 3.6% (in Europa, il petrolio è usato per la produzione elettrica per appena l’1.3%). Ma è anche vero che la Danimarca non fa parte dell’Eurozona: vivere e lasciar vivere no?

Insomma, a parte la Spagna che il nucleare l’usa alla grande, ci sono quei tre giganti che contro il nucleare han tuonato. E questo sarebbe lo scoop dell’Ansa. E, a proposito di giornalisti, noto che in questi giorni tutti cadono dalle nuvole perché le bollette elettriche sono alle stelle. Scusate, ma quando oltre 15 anni fa si decise che il chilowattora – che alla borsa elettrica era quotato 7 centesimi – veniva pagato quasi 40 centesimi a chi lo produceva col fotovoltaico, e che si stava drasticamente riducendo l’uso dell’economico carbone a favore del costosissimo gas, non vi venne in mente che sarebbe andata a finire così?

Oggi tutti, poi, amleticamente si chiedono cosa fare. Brancolano nel buio, ma non manca chi azzarda riposte assurde, tipo invocare l’idrogeno (che non esiste sulla Terra), o il nucleare di IV generazione (anche quello non esiste). Nessuno che dica che c’è una sola cosa da fare: interrompere ogni sovvenzione pubblica a eolico e fotovoltaico e incrementare la produzione elettrica dal carbone a scapito del gas. Se questo non si fa, dimenticatevi bollette meno onerose.

Franco Battaglia, 23 gennaio 2022