Italiani contrari al nucleare? Se nel referendum del 1987 ed in quello abrogativo del 2011, la popolazione aveva dato un chiaro segnale, un secco no, all’energia nucleare del nostro Paese; a partire dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, gli animi sono totalmente cambiati, anche se lo scacchiere politico di centrosinistra, Movimento 5 Stelle su tutti, esprime da sempre la sua contrarietà.
Il pezzo di questa mattina a firma di Giuseppe De Lorenzo, sulle colonne de IlGiornale.it, ha rivelato un clamoroso sondaggio, compiuto da IZI spa, società specializzata in rilevazioni demoscopiche: “Il 49,7 per cento degli intervistati si dice favorevole alla costruzione in Italia di centrali nucleari”, a cui si affianca un 33 per cento contrario, insieme ad un minoritario 18 per cento di indecisi. Percentuali pazzesche, se consideriamo che, solo trent’anni fa, l’ottanta per cento degli italiani chiamati al referendum avevano espresso la loro netta contrarietà.
Ma l’analisi non finisce qui. De Lorenzo spiega come “tra le ragioni del sì spicca la necessità di garantire all’Italia indipendenza energetica (46,9 per cento)”, quindi richiamandosi alla crisi del gas e dell’energia, dovuta alla guerra in Ucraina. Un altro 41 per cento degli intervistati ritiene che le centrali siano “moderne e sicure”. E ancora: il 36,3 le considera un “passo necessario” verso nuove fonti pulite.
Sul lato opposto, invece, quasi il 45 per cento dei detrattori è convinto di danneggiare la transizione ecologica (anche se è stata pure Greta Thunberg ad aprire al nucleare, intesa come fonte non impattante sull’ambiente); per poi passare al “rischio incidente”, “la paura per i rifiuti radioattivi” e il “terrore che fenomeni naturali catastrofici o conflitti armati possano danneggiare gli impianti”.
Diversamente spaccato è però lo scenario elettorale: i sostenitori della coalizione di centrodestra tendono ad essere favorevoli alla costruzione di centrali nucleari, con Lega e FdI che contano percentuali pari al 57,8 e 63,2 per cento; per arrivare alla punta dei votanti del Terzo Polo, dove i pro-nucleare raggiungono il picco dell’82 per cento degli intervistati.
Sorprendente è lo scenario del centrosinistra. Il Movimento 5 Stelle, infatti, tra i maggiori partiti anti-nucleare, consta di un bel 43,7 per cento di favorevoli; percentuale che si abbassa per Verdi e Sinistra Italiana, ma che rimane considerevolmente alta: 40,3 per cento. La ragioni, secondo Giacomo Spaini, amministratore delegato di IZI spa, sono chiare: “Molte persone lo percepiscono come una necessità per ragioni innanzitutto economiche; perché le fonti di energia sostenibile sono viste come difficilmente realizzabili su larga scala”. E sgancia la bomba finale: “Se oggi in Italia fosse fatto un nuovo referendum sul nucleare, non credo sarebbe assicurata una vittoria del no”.
Matteo Milanesi, 15 ottobre 2022