Non si placano le proteste degli ormai ex percettori di reddito di cittadinanza. Dopo l’abolizione del sussidio grillino decretata dal governo Meloni per i cosiddetti “occupabili” e la successiva comunicazione da parte dell’Inps della cessazione dell’elargizione dell’assegno impazzano le proteste in molte città italiane. L’ultima in ordine di tempo è stata Napoli, la città d’Italia con un più alto tasso di percettori, e di conseguenza, anche quella con un più elevato numero di beneficiari rimasti orfani del sussidio. Più di 26 mila soltanto nell’ultimo mese.
I sussidiati non sembrano però minimamente disposti ad arrendersi. Troppo conveniente l’assegno grillino per potersi accontentare di un semplice posto di lavoro. Così, forti del sostegno di opposizioni e sindacati, le vedove del reddito di cittadinanza imbracciano le armi per combattere quello stesso Stato che in questi ultimi anni ha ampiamente provveduto ai loro bisogni e a quelli delle loro famiglie aprendo i rubinetti e foraggiandole con generose elargizioni. In circa 500 a Napoli hanno dato vita ad un corteo che ha letteralmente messo a ferro e fuoco la città. Partiti da Piazza Garibaldi per poi spostarsi lungo le vie del centro cittadino, i manifestanti si sono più volte scontrati con le forze dell’ordine che hanno provato a fermarli, seminando il caos in varie zone del centro. Diversi sono stati i momenti di tensione e di scontro fisico, e molti i disagi per cittadini e automobilisti rimasti impantanati nel traffico cittadino. E solo il tempestivo intervento di un ingente spiegamento di agenti in tenuta antisommossa ha impedito al nutrito gruppo di manifestanti di bloccare l’autostrada.