Ma quale pensione, Mario Draghi è più in campo che mai. Archiviata la parentesi da presidente del Consiglio italiano, l’ex presidente della Bce è stato accostato alle più importanti poltrone europee e il discorso fatto oggi alla conferenza di alto livello sul pilastro europeo dei diritti sociali a La Hulpe, in Belgio, è un segnale forte, fortissimo. “Abbiamo bisogno di un’Unione europea che sia adatta al mondo di oggi e di domani. Nella relazione che la presidente della Commissione mi ha chiesto di preparare proporrò un cambiamento radicale. Questo è ciò di cui abbiamo bisogno”, la sua linea: “Dobbiamo raggiungere una trasformazione dell’economia europea, dobbiamo essere in grado di fare affidabile su un sistema energetico decarbonizzato affidabile, una difesa integrata europea, una produzione domestica nei settori più innovativi e una posizione leader nella produzione tecnologia”. Ma attenzione a cosa dice sui risparmi.
Nel corso del suo intervento, Draghi s’è soffermato sui risparmi privati molto privati di cui dispone l’Unione europea, rimarcando che sono prevalentemente incanalati nei depositi bancari e non finiscono per finanziare la crescita come potrebbero in un mercato dei capitali più ampio. Secondo l’ex premier questo è il motivo per cui il progresso dell’Unione dei mercati dei capitali è una parte indispensabile della strategia complessiva per la competitività: “Una volta identificati i beni pubblici europei dobbiamo anche darci i mezzi per finanziarli. Il settore pubblico ha un ruolo importante da svolgere, e ho già parlato in precedenza di come possiamo utilizzare meglio la capacità di prestito congiunta dell’Ue, soprattutto in settori, come la difesa, in cui la spesa frammentata riduce la nostra efficacia complessiva. Ma la maggior parte del gap di investimenti dovrà essere coperto da investimenti privati”. Parole nette, che non lasciano grandi margini di interpretazione. Un invito velato ad entrare in azione? Chissà. Ma il Draghi-pensiero non può non preoccupare, se questa è la linea.
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Non è mancato un riferimento alla coesione, forse per abbellire il discorso precedente. La coesione politica dell’Ue richiede che “agiamo insieme, possibilmente sempre. Dobbiamo essere coscienti che la coesione politica è minacciata dai cambiamenti del resto del mondo”. Così, ha proseguito Draghi, “ripristinare la nostra competitività non è qualcosa che possiamo ottenere da soli o gareggiando a vicenda. Ci impone di agire come Unione europea in un modo che non abbiamo mai fatto prima”. Una riflessione anche sui rivali dell’Ue, che marciano con un vantaggio, cioè l’agire come un unico Paese e un’unica strategia. Ed ecco la pseudo-candidatura: “Se vogliamo uguagliarli, avremo bisogno di un rinnovato partenariato tra gli Stati membri: una ridefinizione della nostra Unione, non meno ambiziosa di quella che fecero i padri fondatori 70 anni fa, con la creazione della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio”.
Massimo Balsamo, 16 aprile 2024
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