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Occhio al gas, la Germania sta finendo le scorte

Le forniture alternative al gas russo non bastano: la Germania rischia il razionamento

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La bomba arriva direttamente dal quotidiano tedesco Die Welt: la Germania sarebbe in procinto di terminare le scorte di gas accumulate fino ad oggi. Le soluzioni, come spiegato anche nella Zuppa di Porro di oggi, potrebbero essere soltanto due: o una drastica riduzione dei consumi, oppure (ipotesi più estrema) si potrebbe arrivare addirittura al razionamento.

Ipotesi sicuramente da “ultima spiaggia”, ma che aveva già fatto discutere gli analisti tedeschi lo scorso agosto. In particolare, il capo dell’Agenzia federale di rete tedesca, Klaus Muller, il quale in un’intervista al Financial Times metteva in guardia il governo di Scholz: “Se non raggiungiamo il nostro obiettivo (di riduzione del 20% dei consumi), allora c’è il serio rischio di non avere abbastanza gas”. Da qui, oltre al danno si sarebbe verificata pure la beffa: “C’è il rischio che alcune produzioni si spostino all’estero, a causa del costo troppo alto del gas in Germania”.

Per approfondire:

Ad oggi, è la Norvegia ad essere diventata il principale fornitore di Berlino. Eppure, pare che il gas “amico” non sia assolutamente sufficiente. Secondo i calcoli di Reuters, infatti, c’è il serio pericolo che i 440 miliardi stanziati dal Paese motore d’Europa non bastino per metterlo al riparo dalle carenze di metano. Una somma che equivarrebbe a 1,5 miliardi al giorno, ovvero circa 5mila euro a persona, e che andrebbe a corrispondere al 12 per cento della produzione nazionale.

Al momento dell’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, Berlino dipendeva dalle forniture russe per una percentuale pari al 55 per cento delle importazioni tedesche di gas, insieme al 53 per cento di carbone e circa il 30 per cento del petrolio che attualmente usufruisce. Insomma, stiamo parlando di una vera e propria “colonia” della Federazione, almeno sotto il profilo delle risorse, e che ha reso la situazione ancora più problematica, in virtù delle continue interruzioni di Mosca nella regolare fornitura di Nord Stream 1.

Non è un caso che sia proprio Berlino ad essere stata tra le più restie ad applicare un tetto massimo al prezzo del gas europeo, accordo naufragato proprio nella giornata di ieri, quando i 27 Stati membri hanno bocciato la proposta dei vertici di Bruxelles, fondata sulla fissazione di un tetto tra i 200 e i 220 euro a megawattora.

Nel frattempo, Scholz cerca di porre ai ripari: pochi giorni fa, la Germania ha concluso un accordo di 15 anni col Qatar per una fornitura di gas naturale liquefatto. Il Paese ospitante dei Mondiali procederà alla vendita di 2 milioni di tonnellate di Gnl all’anno, una quantità pari a 2,8 miliardi di metri cubi di gas. Nonostante tutto, tali forniture coprirebbero solo il 6 per cento di quelle provenienti dalla Russia. Una cifra minima, se non irrisoria, che rischia di mantenere la Germania ancora sul filo rosso del razionamento.

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