Forse saremo presto smentiti. Ma proprio ora che Matteo Salvini è all’apice del consenso, si intravede qualche piccola crepa. Fino a qui, Salvini e l’alleato di governo, i 5 stelle, si sono divisi i compiti. La Lega ha puntato tutte le sue carte sulla lotta all’immigrazione clandestina, dribblando anche le entrate a gamba tesa della magistratura, con soddisfazione dell’elettorato. Luigi Di Maio si è occupato dell’economia, cercando di rilanciarla con il reddito di cittadinanza. Questa misura si sta rivelando puro assistenzialismo, come era già stato ipotizzato da molti: è un incentivo a non lavorare o a farlo in nero.
A questo punto la Lega deve imporre le sue ricette, a partire dalla flat tax. Deve dare un segnale o rischia di essere sepolta a causa di errori altrui. Altro pericolo incombente è l’Unione europea. L’Italia ha sfidato Bruxelles in campagna elettorale e sventolato i minibot come deterrente contro l’austerità che l’Europa ci chiede. Bene. Ora Salvini è costretto ad andare fino in fondo ma ne ha la forza politica? Nel frattempo, alle elezioni amministrative, la Lega e il centrodestra hanno ottenuto ottimi risultati. Ma non sfugge che Brescia, Bergamo e Cremona sono governate dalla sinistra. E se oggi si votasse a Milano, Beppe Sala non avrebbe rivali. Non sono città qualunque. Siamo nella zona che produce ricchezza per tutti. Non per gufare, come direbbe Matteo Renzi.
Ma c’è di mezzo anche il Generale Estate. Gli sbarchi fantasma cominciano a essere numerosi e il meteo incoraggia le partenze. Salvini certo non sottovaluterà nessuno di questi problemi. Ma in Parlamento il Movimento 5 stelle ha i numeri per mettergli il bastone tra le ruote. Occhio Matteo…
Alessandro Gnocchi, 12 giugno 2019