Occhio Meloni, Mario Monti s’è convertito? “La premier è brava”

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Arriva l’inaspettato endorsement del Senatore a vita Mario Monti a Giorgia Meloni, attraverso un intervento presso l’incontro «L’Europa s’è destra? Come i sovranismi stanno spazzando via la democrazia in Europa», ultimo appuntamento della rassegna PiazzAsiago. «Meloni è secondo me visibilmente brava, inattesamente brava».

Le polemiche di Mario Monti su Giorgia Meloni

Il giudizio di Monti su Meloni non è però tutto positivo: «Dovremmo reagire quando Giorgia Meloni durante le elezioni spagnole o subito prima dice sono arrivati i patrioti. Non bisogna passivamente ammettere l’uso della parola patrioti in questo caso, perché i patrioti non erano nazionalisti che si battevano per i singoli pezzi della futura Italia ma erano persone che si battevano fino alla morte per un’Italia che ancora non c’era», sottolinea Monti. Anche sulla politica fiscale il senatore non è benevolo: «Trovo che la politica fiscale di questo governo sia estremamente negativa, mi fa specie che una formazione che dà molto peso alla nazione non esiga un maggiore rispetto della nazione da parte dei cittadini, tutto quello che viene detto e praticato sul fisco è una diseducazione folle».

L’ironia di Monti sulla politica fiscale

Infine, una battuta ironica: «In Italia si risolverebbe l’annoso problema del debito pubblico se si potesse mettere un’imposta sul trasformismo. Questa tassa non c’è perché noi, inclusi i nostri media, abbiamo la memoria corta e pretendiamo poco dai politici che eleggiamo», ha aggiunto Monti. Non c’è da ridere o da meravigliarsi per la frase ironica del Senatore Monti sulla possibilità di tassare anche il trasformismo. È con il Governo Mario Monti che viene coniato il concetto di manovra lacrime e sangue, ovvero l’applicazione pratica dell’austerity più cruda.

Le critiche di Monti verso l’attuale esecutivo

Ingenerosa dunque la critica alla politica fiscale dell’attuale esecutivo, infatti, da evidenziare in particolare, in materia di versamenti, l’intenzione di ridurre le aliquote Irpef gradualmente, con l’obiettivo finale di un’aliquota unica, ma il primo step è passare intanto a tre. Similmente la delega indica il graduale superamento dell’imposta regionale sulle attività produttive. Anche la disciplina dell’Iva sarà rivista per risultare più in linea con la normativa Ue, con per giunta la possibilità di Iva zero per alcuni prodotti di prima necessità.

La posizione di Giorgia Meloni sul Meccanismo Europeo di Stabilità

Inoltre, Giorgia Meloni merita delle grandi lodi a mio avviso per la sua contrarietà al Meccanismo Europeo di Stabilità. Anzi ricordiamo le recenti parole espresse con grande determinazione e coraggio da parte della Meloni: «non reputo utile all’Italia alimentare una polemica interna sul Mes – ha chiarito -. L’interesse dell’Italia è affrontare il negoziato sulla governance europea, dove si discuta nel complesso nel rispetto del nostro interesse nazionale. Prima ancora di una questione di merito – ha continuato – c’è una questione di metodo su come si faccia a difendere l’interesse nazionale. L’interesse dell’Italia oggi è affrontare il negoziato sulla nuova governance europea con un approccio a pacchetto, nel quale le regole del patto di stabilità, il completamento dell’Unione bancaria e i meccanismi di salvaguardia finanziaria si discutano nel loro complesso, nel rispetto del nostro interesse nazionale. Non è il momento di ratificare il Mes, mi assumerò le mie responsabilità».

In memoria dei famosi “sacrifici necessari di Monti”

Senatore Monti, sempre con la massima educazione e rispetto verso la sua carica e persona, le ricordo le sue scelte politiche e fiscali anche a beneficio dei cittadini italiani. Nei dieci anni trascorsi, specialmente dopo la crisi pandemica, i fatti hanno mostrato chiaramente i danni creati dalla filosofia della “austerità espansiva” seguita dal governo Monti e dalla sua applicazione al sistema pensionistico.

La chiacchierata tra Antonio Martino e Mario Monti

Nicola Porro nel suo libro il “Padreterno è liberale” racconta il confronto tra Martino e Monti nel 2019 presso una conferenza pubblica di economisti a Venezia. In quell’occasione, Martino uscì a fare quattro passi con Monti e questi gli disse: “il capitalismo è fallito, il comunismo è fallito, serve la terza via”.

La Terza Via di Mario Monti

Una cosa al cui il solo ricordo Martino, a distanza di quarant’anni si inalberava ancora, anche solo a raccontarla. “Io gli risposi che è immorale e ignobile mettere sullo stesso piano il capitalismo e il comunismo, un modello economico di libertà e la più efferata dittatura della storia dell’umanità. Non sono proprio paragonabili, non sono proprio nella stessa categoria di cose. In secondo luogo, continuò Martino in quella stessa conferenza, la terza via è la via che porta al sottosviluppo”. La Terza Via resta una strana combinazione di neoliberismo e socialdemocrazia che potrebbe annullare l’identità delle singole e diverse scuole di pensiero.

Veri liberali e veri liberisti

Consiglio la lettura del libro di Nicola Porro il Padreterno è liberale per comprendere pienamente cosa significa essere liberali e liberisti nel vero senso della parola, senza torsioni o errori ideologici. Ho citato in precedenza le conversazioni tra Monti e Martino per sottolineare la posizione e le visioni liberali sul piano politico e liberiste su quello economico di Antonio Martino che, in ogni caso li riteneva livelli indivisibili. Oggi abbiamo bisogno di veri liberali per la tutela dei diritti e le libertà fondamentali e liberisti veri capaci di stimolare la crescita economica. Personalmente sono cattolico e liberale, ma non liberista e neanche Keynesiano. Spero in una nuova idea in grado di produrre benessere universale e credo che a breve si aprirà un nuovo corso della politica e dell’economia in senso luminoso per tutti noi.

Carlo Toto, 5 agosto 2023

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