Rassegna Stampa del Cameo

Ode alla Regina che si è liberata di Meghan

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Elisabetta è una Regina modernissima perché è una grande donna di business, come lo fu Margaret Thatcher. È stata (è) il Presidente non operativo di UK, il suo compito era difendere il Brand, la Corona dei Windsor. Ne ha addirittura migliorato il posizionamento. Durante il suo Regno si è realizzata la profezia di Re Faruk: “Un giorno rimarranno solo 5 Re al mondo, Quadri Cuori Fiori Picche e UK”. Il politicamente corretto ha ridotto gli altri sovrani del Nord Europa a borghesucci complessati che nei fine settimana trovi sulle piste ciclabili, e che ogni tanto si travestono da Re.

La sua famiglia, a partire da Filippo, aveva tutti i vizi borghesi possibili immaginabili, lei si è concentrata solo sulle virtù tipiche di un leader. È stata (è) impeccabile. Nulla poteva però contro l’esuberanza istrionica di Lady Diana. I media, nella loro superficialità, furono per Diana, al contempo costruttori di un mito, tappettini nella sua gestione, distruttori infine dello stesso. Elisabetta per anni è rimasta in ombra, ma mai in letargo. Il caso Lady Diana l’ha gestito da CEO, trattandosi di una potenziale futura Regina, mentre nel caso di Meghan da “Nonna”. Stile Brexit per intenderci.

In proposito, solo menti malate in quel di Bruxelles potevano concepire che gli inglesi (veri, non i fighetti londinesi) potessero accettare una Elisabetta sottomessa a una borghesuccia tedesca. La soluzione trovata protegge Harry, nel caso in cui Meghan si rivelasse un’arrampicatrice sociale. Concedendo alla coppia la libertà senza portafoglio, Elisabetta ha messo in sicurezza sia l’immagine del Brand Windsor che il futuro dello sprovveduto nipote.

Il loro budget si configurerà diversamente da oggi: Meghan, come attrice, avrà cachet più alti (per quanto?), per Harry sapendo solo pilotare elicotteri (pagati appena il doppio di un tassista) sarà dura, visto che cesserà la paghetta del padre. Il tempo ci dirà se era vero amore: due cuori e una “canadese”.

Riccardo Ruggeri, 16 gennaio 2020

Zafferano.news

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