A volte, difendere la libertà è più facile ed evidente, per quanto drammatico: ad esempio quando qualcuno ci invade e vuole imporci il proprio dominio, è naturale difendere la propria libertà che in quel caso fa tutt’uno con il diritto a esistere. Talvolta, invece, ci si potrebbe non accorgere che la minaccia più insidiosa e sottile alla libertà passa per vie di cui a mala pena ci accorgiamo.
Infatti, così come non ci accorgiamo quasi di respirare (eppure non saremmo vivi se non lo facessimo), quasi non ci accorgiamo di parlare (eppure non saremmo liberi di pensare se non lo facessimo). L’atto di parlare è naturale quasi quanto quello di respirare. Se non avessimo parole non potremmo pensare, e se non pensassimo con la nostra testa non saremmo liberi. Ed è proprio qui che oggi, in Occidente, si manifesta la più grande minaccia alla nostra stessa libertà di essere uomini.
Nel libro Il manifesto di un eretico. Saggi sull’indicibile appena pubblicato da Liberilibri, Brendan O’Neill spiega con straordinaria chiarezza come l’attacco che oggi si porta al linguaggio, alla libertà di esprimersi come meglio si crede, sia in realtà uno dei più tremendi attacchi mai portati alla libertà. Si vorrebbe infatti cancellare il nostro linguaggio e sostituirlo con uno nuovo così da poter cambiare una realtà che non ci va più bene. Si vuole sostituire il nostro mondo con un Mondo Nuovo, come volevano fare i comunisti, però invece di farlo con le armi e la Rivoluzione del proletariato, lo si fa con la retorica delle vittime e la «cancel culture».
Come scrive Michele Silenzi nella prefazione «Il manifesto di un eretico è un libro insolito e inquietante. Si potrebbe definire, in estrema sintesi, una galleria di mostri generati dal sonno della ragione. Solo che ‘i mostri’ di cui il libro parla non arrivano da altri mondi, ma siamo noi, l’Occidente ripreso nel suo funzionamento pratico e quotidiano». Dall’ideologia del gender al cambiamento climatico, dall’Islam agli odiatori dell’odio, O’Neill mostra come al centro di tutti i discorsi che ci vengono imposti dalla cosiddetta cultura progressista (ma che in realtà è il peggiore oscurantismo contemporaneo) vi sia sempre e solo un unico colpevole da cancellare una volta per tutte, l’origine di tutti i mali: il maschio bianco eterosessuale.
Chiunque non sia d’accordo con le nuove teorie che vogliono cambiare la realtà oggettuale delle cose attraverso le parole va squalificato come un transfobo, un omofobo, un razzista, un negazionista (climatico). Scrive ancora Silenzi «il linguaggio, le azioni, le politiche, i comportamenti, tutto ciò che facciamo deve adeguarsi a questo orizzonte culturale totalizzante». Ecco il vero dramma illiberale della società contemporanea.
Oggi, se vogliamo essere liberi, dobbiamo avere il coraggio di parlare senza paura, come facevano gli eretici nelle epoche più oscure.
Nicola Porro, Il Giornale 16 giugno 2024
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