Dopo 13 anni di Mark Rutte alla guida dell’Olanda, quello che era un monolite della politica olandese potrebbe presto diventare solo un ricordo. I dati ufficiali confermano gli exit poll: il Partito per la libertà (Pvv), guidato da Geert Wilders, è in testa alle elezioni con un’impressionante quota del 25%. Il partito del leader anti-Islam potrebbe diventare il fulcro di una nuova scena politica olandese ed è convinto di potercela fare.
Con chi potrebbe governare Wilders
Tuttavia, non sarà un compito facile. Per governare Wilders ha bisogno di 75 seggi su 150 e alla fine del conteggio delle schede ne ha ottenuti 37 dal suo partito. A questi si potrebbero aggiungere i voti del Movimento dei cittadini boeri (Bbb), movimento rappresentativo degli agricoltori olandesi, molto critici contro la transizione green imposta dall’Ue, che conta 7 seggi con il 5,5% dei voti. Anche se tutti gli altri leader si sono detti indisponibili a governare con lui, l’unico modo per tentare nell’impresa è quella di negoziare un accordo con i liberali di destra (Vvd) guidati da Dilan Yesilgoz, che hanno ottenuto 24 seggi. “Siamo il partito più grande e governeremo”, ha detto, il Pcc “non può più essere ignorato”. I negoziati potrebbero durare mesi e non è escluso che, alla fine, il leader di destra possa restare col cerino in mano. I quattro leader dei partiti più grandi potrebbero infatti tentare la via di una Grande Coalizione ed escludere Wilders.
“Goverenemo”
Da mesi, Wilders stava portando avanti una campagna elettorale intensa, dominando i dibattiti televisivi e recuperando quasi 10 punti percentuali sui suoi avversari. “Riconsegneremo il Paese agli olandesi e fermeremo lo tsunami dei migranti – ha detto a urne chiuse – Ora è il tempo degli accordi tra i partiti, ma non potremo essere ignorati, sarebbe molto antidemocratico. Governeremo”. Nel suo programma c’è anche la messa al bando del Corano e la chiusura delle moschee, ma è probabile che dovrà abbandonare questi punti nella speranza di trovare un’intesa. Soprattutto se spera di diventare premier.
La sconfitta di Timmermans
“Mozart”, così soprannominato per la sua chioma, rischia di rappresentare un punto di rottura in Europa. Non a caso, il candidato green Frans Timmermans aveva chiesto agli olandesi indecisi di andare a votare soprattutto per arginarne l’ascesa. Non è andata come sperava il talebano verde che si era dimesso dalla vicepresidenza della Commissione Ue nella speranza di governare l’Olanda. La sua coalizione Socialdemocratici-Verdi si è fermata al 15% delle preferenze, che significano 25 seggi. Benché sopra i liberali di Rutte (14,4%), non abbastanza per fermare l’ascesa di Wilders. Tra gli altri partiti, il Nuovo contratto sociale (Nsc) fondato dal cristiano-democratico Pieter Omtzigt ha ottenuto il 13,9% (20 seggi). Mentre Thierry Baudet con il suo Forum per la Democrazia (FvD) si è fermato al 2,2%. Crollo per i liberali di sinistra D66, scesi si da 24 a 9 seggi.
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