Dopo una campagna vaccinale di massa, con molto ottimismo, gli italiani ritenevano che ci saremmo liberati delle celeberrime viro-star da salotti televisivi. Insomma, tre – in alcuni casi anche quattro – dosi di vaccino, l’arrivo dell’estate e le progressive aperture in tutti i Paesi del resto del mondo sarebbero state condizioni sufficienti per ritornare alla vita libera, pre-pandemica, senza alcuna smania spargipanico.
I dati della campagna vaccinale
Ad oggi, sabato 11 giugno 2022, le somministrazioni totali italiane si avvicinano alla cifra di 140 milioni. Sempre secondo i dati riportati dal governo, il 91 per cento della popolazione ha completato il ciclo vaccinale, mentre il 90 ha ricevuto la prima dose. A questi, si affiancano i circa 3 milioni di cittadini guariti dalla malattia. Dobbiamo dircelo forte e chiaro: i dati sono tutto fuorché allarmanti, tragici, senza alcuna analogia con quelli che abbiamo vissuto nei mesi precedenti. Anzi, lo scenario sembra proprio quello opposto: l’Italia, così come il resto del mondo, si sta avviando verso la direzione “uscita dalla pandemia”, dopo lunghi mesi si ricomincia a vedere la luce in fondo al tunnel.
Nonostante tutto, come abbiamo affermato poc’anzi, se ci stiamo liberando del Covid-19, ecco che non si può dire la stessa cosa per scienziati, virologi ed esperti. Quelli veri, almeno secondo i media mainstream. Alcuni di questi, infatti, sembrano già porre le basi per il prossimo autunno, quando sicuramente i casi cominceranno a rialzarsi, ma il vaccino garantirà pur sempre un numero di morti e ospedalizzati basso, se non nullo. Proprio come avvenuto durante questo inverno.
Fine emergenza mai
Stiamo parlando del virologo Pregliasco. Tra i principali sostenitori delle chiusure compiute dal governo in questo biennio pandemico, l’esperto ha già allungato le mani, tanto per spargere un po’ di ansia e paura, affermando che vi potrebbero essere timori per un aumento estivo dei contagi. Questo a causa delle nuove varianti Omicron 4 e 5: “Ogni contatto interumano, in questo momento, ha un potenziale rischio, seppur basso” in termini di gravità della patologia. E sentenzia: “Le mascherine sono il tormentone di adesso”. Sì, avete letto bene. Un tormentone estivo alla “Asereje” dei Las Ketchup nel 2002.
Ma Pregliasco non è solo. Alla lunga fila dei chiusuristi, si aggiunge un’altra scienziata d’eccellenza: la professoressa Viola. Come riportato su La Stampa, l’esperta già teme la variante Omicron 5. Quest’ultima “minaccia gli anziani” e “la protezione delle fasce d’età a rischio resta prioritaria: il tasso di mortalità è ancora troppo elevato”.
Ci permettiamo, con immensa umiltà, di dissentire da questa tesi: le terapie intensive nazionali sono libere per oltre il 98 per cento dei posti letto. Inoltre, in un mondo in continua apertura, togliendo limitazioni e certificazioni verdi anche alle frontiere, i morti continuano a calare drasticamente, senza alcun tipo di rialzo preoccupante. Udite bene, il bollettino pandemico di ieri parla solo di 52 morti in tutta Italia. Il giorno prima 84.
Insomma, la situazione è tranquilla, gestibile e sotto controllo. L’unico dubbio da porci è il seguente: perché molti scienziati – divenuti personaggi televisivi – proseguono sulla strada della paura, dell’ansia e della limitazione? La domanda rimane, ogni giorno, più aperta che mai. Chissà cosa ci risponderebbero…
Matteo Milanesi, 11 giugno 2022